Travaso degli operai Safilo verso Thelios
A Longarone sono già molte decine i lavoratori di Safilo passati a Thelios, la nuova struttura produttiva realizzata a qualche decina di metri dallo storico stabilimento dell’occhialeria e di proprietà di Lvmh. Un travaso di competenze e lavoratori in più occasioni sottolineato dalla stessa dirigenza di Thelios ai rappresentanti sindacali, i quali stanno gestendola una delle più grandi crisi industriali del Nordest proprio al di là della strada.
Secondo alcune indiscrezioni durante le normali occasioni di confronto tra le organizzazioni sindacali e i dirigenti di Thelios già da qualche tempo il tema del travaso di lavoratori è stata occasione di commenti da parte della dirigenza dello stabilimento che fa capo a Lvmh. Un elemento in più che spinge verso l’approfondimento della questione della tutela dei lavoratori del settore agli Stati Generali dell’Occhialeria, previsti per il 16 marzo. Proprio ieri a Longarone si è svolta una riunione tecnica organizzata da Veneto Lavoro, a cui hanno partecipato anche i rappresentanti regionali di categoria di Cgil, Cisl e Uil.
Durante l’incontro del 16 marzo, università del territorio, enti pubblici ed economici, strutture di formazione e ricerca, imprese e sindacati si confronteranno sulla tutela del Made in Italy in un settore che, anche a prescindere piano di esuberi di Safilo, continua a godere di fatto di ottima salute. E mentre in più occasioni i sindacati hanno rivendicato la necessità di affrontare il tema del trasferimento delle competenze e dei lavoratori da un’azienda all’altra, sulla base di una serie di iniziative che vedano la partecipazione del Pubblico, anche attraverso l’utilizzo di strumenti come la Formazione e gli incentivi per il reinserimento, a Mestre ieri mattina i rappresentanti degli stabilimenti Safilo del Nordest si incontravano per fare il punto su di una trattativa lunga e complessa.
A Longarone sul tavolo c’è il tema dei contratti di solidarietà, ma la discussione aperta tra sindacati e azienda è principalmente quella delle finestre temporali dello strumento. Si tratta di un negoziato che individua 3 differenti ipotesi: l’una riguardante l’utilizzo dell’ammortizzatore per soli 12 mesi, la seconda che prevede l’ipotesi di un raddoppio a 24 mesi e una terza che introduce 12 mesi iniziali a cui eventualmente aggiungerne altrettanti in relazione alle condizioni produttive contingenti.
A Martignacco l’ipotesi dell’attivazione a partire da luglio della Cigs per chiusura e l’utilizzo degli incentivi all’uscita, in attesa di un percorso di reindustrializzazione del sito, è stata già ratificata dalle assemblee dei lavoratori.
A Padova invece si continua a vivere in un limbo in cui la scelta dell’azienda di attivare percorsi di uscita incentivata si scontra a tutt’oggi con il tentativo dei sindacati di introdurre lo strumento degli ammortizzatori sociali. Nel frattempo i termini per la chiusura della vertenza si allungano: la data ultima auspicata dall’azienda del 14 febbraio è ampiamente scaduta e i tempi per una chiusura definitiva di una delle più complesse trattative sindacali del momento rischiano di slittare ulteriormente. —
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