Tutta la verità e molta polemica sulla Dolce Vita di Fellini

Italian filmmaker Giuseppe Pedersoli poses at a photocall for 'La verita' sulla Dolce Vita' during the 77th annual Venice International Film Festival, in Venice, Italy, 10 September 2020. The movie is presented Out of Competition at the festival running from 02 September to 12 September. ANSA/CLAUDIO ONORATI
Italian filmmaker Giuseppe Pedersoli poses at a photocall for 'La verita' sulla Dolce Vita' during the 77th annual Venice International Film Festival, in Venice, Italy, 10 September 2020. The movie is presented Out of Competition at the festival running from 02 September to 12 September. ANSA/CLAUDIO ONORATI

VENEZIA. Se all’epoca “La dolce vita” fu un film dall’indiscutibile valore artistico ma dal discusso contenuto, il capolavoro di Federico Fellini è anche al Lido oggetto del contendere in un’accesa querelle che ha visto volare stracci in sala stampa. Si presentava il docu “Tutta la verità su La dolce vita” (Fuori concorso) del regista Giuseppe Pedersoli, nipote del produttore Peppino Amato, a cui l’opera è dedicata.

«Mio padre, Brunello Rondi è stato il più importante sceneggiatore di “La dolce vita” e il suo nome è stato omesso con malafede tra gli autori» ha tuonato Umberto Rondi, intervenendo a sorpresa per far valere le sue ragioni e minacciare vie legali. Non è bastata a calmarlo la replica del regista che ha riconosciuto l’autorialità di Rondi, che nel suo film non compare «in quanto nella sceneggiatura che Amato comprò da Dino De Laurentiis il nome di Brunello Rondi non c’era».

Il documentario omaggia colui che fu l’inventore dello star system in Italia negli anni Cinquanta e che mise in gioco la propria vita pur di vedere completato quello che solo lui, con il mondo contro, aveva intuito essere un film in grado di rivoluzionare non solo il cinema ma anche il modo di definire la mondanità dell’epoca.
 

 

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