Un viaggio iniziato nel 2008 che ha superato anni di esami

Nel 2017 la Regione sposa  il progetto e nasce  il logo della candidatura Ora la strada è spianata per l’ingresso nella Lista

treviso. La lunga rincorsa al “marchio” di Patrimonio dell’Umanità Unesco da parte delle colline di Conegliano-Valdobbiadene, iniziata nel 2008 quando, per la prima volta, si parla di candidatura Unesco delle colline del Prosecco. Nel 2010 la candidatura è appoggiata dal Ministero ed entra tra i siti italiani in corsa mentre nel febbraio 2017 la Regione sposa il progetto e nasce il logo della candidatura.

Il sentiero è stato tortuoso: gli addetti ai lavori che hanno scritto il dossier l’hanno trasmesso al ministero delle Politiche Agricole per una prima valutazione e quindi alla Commissione per l’Unesco, organo del Ministero degli Esteri, per una seconda valutazione.

A gennaio 2017 la candidatura è stata trasmessa all’Unesco di Parigi che ha inviato alcuni incaricati che, di persona, hanno visitato i luoghi (terza valutazione) oggetto della richiesta. Nel gennaio del 2018 è arrivata però la lettera, scritta in inglese e firmata da Gwenaelle Bourdin, direttore dell’unità di valutazione di Icomos. La sintesi è che l’Unesco si dichiara «incerta» rispetto al possesso dei requisiti - da parte delle Colline di Conegliano e Valdobbiadene - necessari a superare la prova. «Uncertain» è l’espressione usata dal direttore dell’Icomos incaricato di fare l’istruttoria per l’Unesco. E lo scorso luglio è arrivata la definitiva bocciatura in Bahrein.

Ma in molti l’avevano detto che la “promozione” del paesaggio del Prosecco nel World Heritage era solo rinviata. Tanto che oggi, dopo il nuovo via libera dell’Icomos, le Colline di Conegliano e Valdobbiadene hanno la strada spalancata verso l’inserimento nella Lista Unesco. —

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