In vacanza ad Amman, bimba in fin di vita: «Ora aiutateci a tornare»

La piccola, 4 anni e mezzo, soffriva di una malattia rara. Il padre: «Condizioni precipitate all’improvviso, per lei non c’è più alcuna speranza»

Simonetta Zanetti
Una veduta di Amman in Giordania
Una veduta di Amman in Giordania

Doveva essere una vacanza, un momento di spensieratezza per mamma Haila e la sua piccola Elena, lontane, per quanto possibile, da una quotidianità impegnativa com’è quella di una famiglia che si trova a fare i conti con una malattia rara grave.

Ma il destino non ammette fughe o deroghe e, una volta arrivate in Giordania, ad Amman, le ha accolte con il suo carico di dolore, rivendicando Elena, 4 anni e mezzo appena, spedendola in un limbo senza speranza di ritorno.

E ora i suoi genitori non sanno che fare: «Aiutateci a riportarla a casa» invoca papà Amgiad, 38 anni, per tutti Biagio. Lavora come tecnico di soccorso sia in ambulanza che in barca a Venezia: «Per Elena purtroppo non c’è più speranza» dice «ci troviamo in un Paese straniero, che ha una sanità molto diversa da quella dell’Italia, le spese sono altissime e non sappiamo che fare, quanto potremo restare né quello che ci aspetta ancora».

Era il 2 maggio quando Haila, di origini siriane, aveva lasciato l’Italia per godersi una breve vacanza in Giordania assieme alla figlioletta che soffre di una malattia rara. Fino alla partenza era stata seguita dall’Hospice pediatrico.

«Ha sempre ricevuto le cure migliori per la sua condizione, ma da un po’ di tempo mia moglie voleva andare a trovare la sua migliore amica che non vede da anni e che vive ad Amman» racconta ancora Biagio «io non sapevo ancora se sarei riuscito a prendere ferie e quindi intanto sono partite loro. Non ci vedevamo nulla di male: del resto ormai siamo abituati a gestire la malattia di Elena, ci capita di portarla in giro e nei giorni precedenti la partenza non c’era stata alcuna avvisaglia che stesse male. Giusto poco tempo far avevamo passato qualche giorno al mare, era stato molto bello».

Ma dopo una manciata di giorni appena, arriva la telefonata che cambia tutto: «Haila mi ha detto che la piccola improvvisamente non stava bene» prosegue Biagio, «a quel punto, temendo che potesse succedere qualcosa sono partito e le ho raggiunte. L’abbiamo portata in ospedale una prima volta, sembrava che avesse una semplice otite, ma una volta tornati a casa le sue condizioni sono peggiorate improvvisamente, è finita in arresto cardiaco e hanno dovuto rianimarla» racconta ancora tra le lacrime «grazie al massaggio cardiaco il cuore ha ripreso a battere ma i medici non ci hanno dato speranza: i danni sono irreversibili».

La piccola, racconta ancora il padre, si trova in Terapia Intensiva all’ospedale Al Khalidi: «Non sappiamo che fare» conclude «è cambiato tutto all’improvviso. La mamma le aveva comprato un costumino giallo, pensavamo che le attendesse qualche giorno di pace e invece ora ci troviamo ad affrontare una situazione che non sappiamo come gestire» conclude «avevo aperto un conto per Elena, per far fronte a sue emergenze, ma mai avrei pensato che sarebbero serviti a questo. In pochi giorni sono finiti i soldi, migliaia di euro sfumati. Non so cosa potrà succedere a questo punto, ho contattato l’ambasciata italiana, ma mi hanno detto che non sono previsti aiuti».

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova