Discariche abusive in Veneto, arriva il conto da 17 milioni per le bonifiche
L’intervento sui 18 ettari Miatello, il sito presto fuori dalla lista nera di Bruxelles. E già ci si interroga sul futuro del terreno di fronte all’area commerciale

Sedici milioni e 800 mila euro. È il conto staccato fino a oggi da Bruxelles per le sette discariche abusive del Veneto di cui sei nel Veneziano comprese tra le duecento distribuite in tutta Italia per la cui gestione il nostro Paese è finito sotto procedura di infrazione da parte della Commissione Europea. Un conto salato a colpi di 200 mila euro a semestre per discarica a partire dal dicembre del 2014 e fino alla bonifica e alla messa in sicurezza.
Un conto non definitivo (supererà i 17 milioni) ma quasi dal momento che i due siti non ancora bonificati e quindi tuttora sottoposti a procedura di infrazione dovrebbero uscirne tra la fine del 2025 e il primo semestre del prossimo anno. I due siti sono l’area Miatello, di Marghera, e Val Da Rio, a Chioggia.
«Per l’area di Marghera abbiamo già inviato la richiesta per l’uscita dalla procedura di infrazione alla direzione Ambiente della Commissione europea e contiamo di avere una risposta positiva entro la fine dell’anno, al netto della richiesta di integrazioni da parte di Bruxelles che ovviamente siamo pronti a fornire», spiega il generale dei carabinieri Giuseppe Vadalà, Commissario per la bonifica delle discariche e dei siti contaminati.

È lui che, incaricato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri nel 2017 dopo la sanzione Ue comminata all’Italia a seguito della Sentenza della Corte di Giustizia Europea, coordina la task force che si è occupata degli interventi per la bonifica e la messa in sicurezza. L’ultimo da chiudere, nel comune di Venezia, riguarda l’area di quasi 18 ettari che si estende lungo la Romea.
Percorrendo la strada regionale in direzione di Chioggia, di fronte alla Sme, è possibile vedere i grandi teli neri che coprono ampie porzioni di terreno, nell’area compresa tra il palazzo dell’Agenzia delle Entrate e via Bottenigo.
Sono le ultime fasi dell’intervento coordinato, su incarico del Commissario, da Veneto Acque, braccio operativo della Regione. Un appalto da 7 milioni di euro per mettere in sicurezza l’area dove, nel corso degli anni, sono stati depositati vari tipi di materiale di scarto, genericamente classificati come rifiuti solidi urbani.
Dopo le analisi preliminari del terreno, che risalgono all’inizio dell’anno, in primavera è partito l’intervento, ad opera dell’azienda Cericola di Lanciano (Chieti) che ha visto confinare i rifiuti in un’area del terreno, delimitata con palancole di contenimento e teloni.
Capping è il termine tecnico utilizzato per spiegare l’isolamento del materiale inquinante, così da evitare sversamenti. «Il capping è finito», spiega ancora il commissario Vadalà, «siamo nella fase delle rifiniture».
Fino a oggi la sola area Miatello è costata 3 milioni e 800 mila euro: 19 semestri di sanzioni certificati che, considerando l’uscita dalla procedura di infrazioni tra fine e inizio anno dovrebbero diventare 20 o 21.
E mentre ruspe ed escavatori continuano a muoversi nel terreno di fronte all’area dei centri commerciali, si è aperto il dibattito su che cosa potrà diventare quell’area la cui destinazione urbanistica prevista dal piano regolatore del Comune di Venezia è quella di verde pubblico attrezzato.
Una definizione che permette di realizzare parcheggi, spazi attrezzati per la sosta, campi da gioco ed attrezzature per lo svolgimento dello sport, palestre, strutture ricettive, per la ristorazione e pubblici esercizi.
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