Caso Venezi, la Fenice censurerà tutti i commenti offensivi sui social

Così scrive la Fenice sui social: «A causa dell'uso improprio delle nostre pagine social, la Fondazione ha deciso che tutti i commenti offensivi saranno eliminati. Questa scelta nasce dal desiderio di tutelare il rispetto, la professionalità e la qualità del dialogo con il nostro pubblico»

Camilla Gargioni
L'esterno del Teatro La Fenice
L'esterno del Teatro La Fenice

Non si placa la bufera sulla nomina di Beatrice Venezi a direttrice musicale della Fenice dall'ottobre 2026. Se giovedì la Rsu insieme alle rappresentanze sindacali ha chiesto formalmente anche le dimissioni del sovrintendente e direttore artistico Nicola Colabianchi per una gestione che «ha rotto in modo irreparabile il rapporto di fiducia con i lavoratori del teatro», oggi venerdì 24 ottobre il teatro ha annunciato che limiterà i commenti sui propri profili social.

Fenice, Rsu e sindacati chiedono le dimissioni del Sovrintendente Colabianchi
Il Sovrintendente Nicola Colabianchi

Nei giorni scorsi, infatti, sotto i post del teatro riguardanti comunicazioni sugli spettacoli in corso e reel con le immagini del "Wozzeck" di Berg non sono mancati insulti e offese.

«A causa dell'uso improprio delle nostre pagine social», scrive sui social la Fenice, «la Fondazione ha deciso che tutti i commenti offensivi, le prese di posizione e i contenuti non strettamente legati ai post pubblicati saranno eliminati».

E precisa: «Questa scelta nasce dal desiderio di tutelare il rispetto, la professionalità e la qualità del dialogo con il nostro pubblico, che da sempre ama e sostiene il Teatro La Fenice».

Non solo: è anche tornata a esprimersi la Rsu dopo le dichiarazioni del sindaco e presidente della Fondazione teatro La Fenice Luigi Brugnaro, che a margine di un'inaugurazione a San Servolo, ha affermato di aver sentito Venezi che «non intende fare passi indietro e ha ragione» e ha attaccato l'orchestra sottolineando che «lo scontro non conviene a nessuno, è una situazione a dir poco incresciosa e irrispettosa» e che - dopo l'assemblea concerto a Sant'Angelo di protesta delle maestranze, li vorrebbe in piazza Ferretto e a Marghera, «non hanno più scuse».

La Rsu replica: «Certe parole si commentano da sé e il silenzio, a volte, è l’applauso più eloquente. Se pensa che concedere una manifestazione pubblica sia una sua “gentilezza” e non un diritto garantito dalla democrazia, allora ha già detto abbastanza da solo».

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