La Piazza va sotto, riecco le passerelle a San Marco: «Il Mose non basta, finire le altre opere»

Con 90 centimetri di marea, l’acqua è entrata anche al Quadri, Vernier: «Serve un tavolo permanente con i commercianti». Ancora un anno per i lavori di rialzo nell’area Marciana: sarà asciutta fino ai 110 centimetri

Maria Ducoli e Eugenio Pendolini
L'acqua alta in piazza San Marco
L'acqua alta in piazza San Marco

Venezia, una città con due facce, in cui sollevare il Mose sotto i 110 centimetri crea un danno al Porto, ma non azionarlo ne provoca uno ai commercianti di piazza San Marco, che si allaga a soli 85 centimetri. Nel mezzo, le opere complementari, tanto invocate, oggetto di ritardi e discussioni.

Ritornate al centro del dibattito dopo che i 90 centimetri di marea dello scorso venerdì hanno mandato sott’acqua parte della piazza, con il Caffè Quadri allagato. «Non ce lo aspettavamo», commenta Michele Pozzani, uno dei gestori del locale, «con i lavori fatti, non sarebbe dovuto succedere». Claudio Vernier, ex presidente dell’associazione Commercianti di Piazza San Marco, ha puntato il dito contro le passerelle che da domani verranno installate nel salotto buono della città.

«Nonostante i proclami e le promesse, le passerelle sono tornate. Un costo posizionarle, un degrado da vedere, uno strumento che da quest’anno avrebbe dovuto essere inutile. Se così non è, allora è un segno di sconfitta per l’intera città».

Vernier ribadisce che «i lavori di rialzo della Piazza stanno procedendo celermente, tanto che prima dell’estate si era ventilata l’ipotesi di non posare le passerelle, perché le valvole di non ritorno e la pompa provvisoria si erano rivelati efficienti».

Tuttavia, nonostante i pronostici iniziali, anche quest’anno verranno posizionate per garantire il transito di residenti e turisti anche in caso di piazza allagata. Un brutto segno, per Vernier, indice del fatto che «qualcosa è andato storto». Che cosa? Le opere complementari del Mose, nate con l’obiettivo di proteggere la città quando la marea è sotto i 110 e, quindi, sotto la soglia fissata per alzare le paratoie. Eppure, lo scorso mercoledì, è stato azionato anche se la marea era solo di 105 centimetri, il giorno dopo con la marea che si è fermata a 100.

Decisioni che sono state criticate anche dal presidente di Venice Port Community, Davide Calderan che nei giorni scorsi ha ricordato come «serva assolutamente rispettare le regole» perché il mancato rispetto del protocollo «fa sì che si crei l’imprevisto», fatto anche di extra costi e danni ai clienti del Porto.

Vernier si dice d’accordo: «Ha ragione, il protocollo parla di 110 centimetri e sotto non dev’essere alzato, per questo ci sono le opere di compensazione. Bisogna intervenire, perché il livello del mare sta continuamente crescendo, tanto che dal 2021 al 2025 le maree sopra i 100 centimetri sono raddoppiate». Anche per questo, auspica che il tema venga affrontato con il coinvolgimento dei commercianti. «Su argomenti così importanti», aggiunge, «c’è la necessità di un tavolo permanente tra le realtà di piazza San Marco. Ci vorrebbe il coraggio di prendersi delle responsabilità, di intervenire concretamente per le cose importanti, e non solo per quel che fa comodo».

Nel frattempo, bisognerà attendere almeno il 2027 per vedere l’insula marciana definitivamente al riparo dalle maree fino a 110 centimetri. Fino ad oggi, i cantieri hanno portato al risultato di separare la rete di acque bianche dalle acque nere che scorre al di sotto del manto della Piazza.

Così, la rete perimetrale dei cunicoli storici resta dedicata esclusivamente alla gestione delle acque piovane, mentre quella delle fognature potrà scaricare in maniera indipendente.

Questo evita di avere quella promiscuità di scarichi che non avrebbe consentito di bloccare l’ingresso della marea – e quindi la risalita attraverso la rete delle acque piovane in Piazza – senza “tappare” le fognature. È ora prevista la sostituzione dei moduli frangiflutti posizionati in Bacino San Marco e l’innalzamento delle rive Sono le cosiddette misure “attive”, destinate a contrastare le conseguenze di condizioni meteo proibitive. Per quanto riguarda i lavori sulle rive, invece, sarà interessata la riva del Molo, il Bacino Orseolo, le calli che immettono in calle larga San Marco e Canonica.

Tra le parti più onerose di questo stralcio, poi, è prevista la realizzazione di un vero e proprio manufatto in calcestruzzo a forma di molo da posizionare di fronte al Todaro, al cui interno ci saranno gli impianti di pompaggio, incaricati di aspirare l’acqua piovana in eccesso che dovesse accumularsi ostruendo le condotte sotterranee. In pratica, con le valvole chiuse per evitare la risalita della marea e l’effetto pozzanghera in Piazza, l’unico modo è quello di aspirare l’acqua in eccesso e spingerla meccanicamente in laguna. Infine, il terzo e ultimo stralcio.

Spesa stimata di 20 milioni, durata di un anno e mezzo, prevede di rendere impermeabile la rete dei collettori interni della Piazza.

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