Via da casa, chiuso Fb Emanuela è “in malattia”

La trentenne ieri non è andata al lavoro. A Casier, dove abita, nessuno l’ha vista Silenzio nella casa-famiglia ultra religiosa dei genitori dove ha vissuto vent’anni
Di Federico De Wolanski

TREVISO. È arrivata nella Marca poco più di vent’anni fa. Originaria di Guidonia, Emanuela Petrillo si era trasferita con tutta la famiglia a Spresiano e lì ha vissuto fino a due anni fa quando ha cambiato residenza per trasferirsi a Casier, in via Tabanelli 16 dove però pare essere un fantasma. Nessuno l’ha mai vista, nessuno ne ha mai sentito parlare anche se lì vivono tantissimi ospedalieri che lavorano al Ca’ Foncello. Non c’è traccia di lei nella posta o sui campanelli. Eppure, a quanto ha fatto sapere ieri con una comunicazione ufficiale all’azienda sanitaria, Emanuela è in malattia. Dove? Di certo non dove ha ufficialmente l’ultima residenza agli atti.

Qualcuno, ieri, ipotizzava che la trentunenne potesse essersi rifugiata tra le pareti della casa di famiglia, un’imponente villa in via Manin a Spresiano circondata da mura e contrassegnata sulla facciata da un immensa “Croce di Gerusalemme”, il simbolo della “Custodia di Terra Santa”, fervente fraternità religiosa dedicata alla custodia dei luoghi della redenzione. Lì i Petrillo hanno aperto una casa di accoglienza per disagiati denominata “Famiglia di Nazareth” come la Onlus gestita dai genitori di Emanuela. L’ispirazione religiosa è fondamentale, preponderante, statue di Madonne nel giardino e sui muri, giardinieri con simboli francescani, silenzio simile alla clausura. In quello stesso ambiente lei avrebbe vissuto durante gli studi alle medie, le superiori al Duca degli Abruzzi a Treviso, al corso di laurea per assistente sanitaria che aveva frequentato tra i primi studenti. Ma ieri, ed ogni domanda rispondeva un muro di silenzio. «Qui non c’è» rispondeva sbrigativamente ieri mattina la madre dall’abitazione di Spresiano, «e noi non abbiamo nulla da dire» liquidava poi seccamente il padre. «Emanuela non sappiamo dove sia». Contatti per rintracciarla? «Non so» rispondeva ancora la madre. Parola d’ordine proteggere. Ed è naturale.

Emanuela nel 2012, dopo gli studi, aveva tentato il concorso per essere assunta all’Ulss 9 ma l’esame era andato male. Non aveva mollato e alla fine era riuscita ad entrare nel sistema sanitario pubblico con incarichi prima nell’Ulss 7, poi nell’azienda sanitaria friulana – quella di Codroipo – da cui poi era riuscita a tornare a Treviso tramite mobilità interna. Chi la conosce, da ieri è sconvolto, dubbioso, incredulo. «Possibile tu abbia davvero fatto una cosa simile? Perchè?» scrive un’amica su facebook dove da mercoledì Emanuela Petrilo ha cancellato in pochi istanti il suo attivissimo profilo facebook una volta capito che tutto era diventato pubblico: le accuse dell’azienda; le ragioni del suo trasferimento dalla Madonnina; il fatto che l’avessero spostata anche dalla sala prenotazioni dopo appena un giorno perchè «non prendeva le prenotazioni».

Ora è sparita. «Le manderò la visita fiscale per verificare sia davvero in malattia» minaccia ora il direttore Benazzi.

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