Voleva rapire Silvia invece l’ha ammazzata

Fermato Nicola Garbino, 36 anni, friulano: ha ucciso lui la ragazza veneziana Nello zaino aveva il coltello del delitto e i vestiti insanguinati. Ha confessato
Di Anna Rosso
Udine 19 Settembre 2013. Omicidio Silvia Gobbato. L'omicida esce dalla caserma dei Carabinieri per essere tradotto in carcere. Telefoto Copyright Petrussi Foto Press
Udine 19 Settembre 2013. Omicidio Silvia Gobbato. L'omicida esce dalla caserma dei Carabinieri per essere tradotto in carcere. Telefoto Copyright Petrussi Foto Press

UDINE. Voleva rapire una giovane donna. Una qualsiasi, purchè avesse il cellulare con il quale costringerla a chiamare per chiedere il riscatto. Silvia non l’aveva mai vista. L’ha notata mentre arrivava con un passo non troppo veloce. Giovane, carina, all’apparenza indifesa. E soprattutto con il cellulare. Nicola gli si è parato davanti. Col coltellaccio da cucina. Si immaginava che lei si spaventasse, si arrendesse, si lasciasse rapire. Poi, al riparo, fra i cespugli, l’avrebbe costretta a chiamare un amico, un parente, chiunque potesse pagare.

Ma Silvia non era donna da arrendersi così facilmente. Si è difesa. Lui è impazzito e ha tirato un fendente. Un colpo, poi un altro. Alla fine sono più di dieci. Silvia è morta e Nicola non sa più che fare. La trascina al riparo e fugge. Ecco, è andata così. Silvia è morta perchè Nicola Garbino, 36 anni, di Zugliano, cercava una scorciatoia per fuggire da una vita agra, fatta di fallimenti. Non lavorava, non studiava. Era un uomo fatto ed era ancora uno studente fuori corso a Ingegneria. Mai un problema, mai stato in cura ai Servizi psichiatrici. È stato sorpreso ieri mattina poco prima delle 12 poco lontano dalla sede della Cooperativa “Dinsi une Man” di Plaino. L’hanno visto uscire da un campo di mais su una montain bike rossa. Era andato a riprendersi lo zainetto: dentro i carabinieri avrebbero trovato il coltello da cucina e vestiti, tutti pieni di sangue.

Forse aveva pianificato tutto: ha riferito pure di essere stato controllato martedì sera dalla polizia municipale sulla tangenziale. Gli inquirenti verificheranno. Era a piedi perchè aveva lasciato l’auto (ieri rintracciata e sequestrata) con dentro il suo cellulare nella zona del cimitero di Udine, molto lontana dal luogo del delitto. Non voleva forse che il suo telefonino lasciasse tracce in zona Cormor?

Non sapeva chi rapire, voleva solo far soldi facili. E si è imbattuto in Silvia, che aveva ottenuto tutto quello che a Nicola non era ancora capitato e non sarebbe capitato mai: laurea, lavoro, carriera. I carabinieri lo hanno fatto parlare e lui ha raccontato tutto. Voleva denaro. Voleva smettere di dipendere dai genitori con i quali viveva a Zugliano. La sua confessione scioglie in un pianto liberatorio anche l’amico Giorgio Ortis, indagato per l’omicidio, la cui vita era cristallizzata e che ora può tornare a girare per la città a testa alta. E Udine, pur turbata e sconvolta, sente che finalmente l’incubo è finito. La storia resta agghiacciante, ma la soluzione del caso c’è. Ora Garbino è in carcere, dove è entrato ieri sera poco prima delle 21. Il grande impegno e i fiuto investigativo - è il caso di dirlo - dei militari dell’Arma hanno fatto la differenza, come ha sottolineato ieri il procuratore capo Antonio Biancardi al termine dell’interrogatorio. «Il mio plauso più totale va ai due carabinieri che hanno individuato la persona e hanno approfondito il controllo. Un plauso particolare anche al capitano Pasquariello che ha sempre mantenuto una stretta sorveglianza su tutta l’area del delitto. Esco ora dalla caserma in cui il pm Marco Panzeri ha condotto un interrogatorio molto dettagliato. L’uomo ha reso una confessione piena: non credo che ci siano più dubbi. Inizialmente non potevamo escludere che si trattasse di un mitomane. E invece è proprio lui».

La giornata di indagini, ieri, era cominciata con le ricerche dell’arma del delitto nella zona della strada comunale di Tavagnacco da parte di 44 volontari della Protezione civile. Cercavano un coltello. Che invece l’assassino aveva nascosto poco lontano in un campo di mais dentro uno zainetto.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova