Volevano raggiungere la "fine" del mondo a Lampedusa: terrapiattisti veneziani soccorsi a Ustica

L'episodio è avvenuto ad aprile ma è staro reso noto in questi giorni. La coppia si è rivelata anche negazionista rispetto al Covid-19: i due temevano che nei tamponi ci fosse mercurio
Una nave della guardia costiera avvicina un'imbarcazione sospettata di utilizzare spadareANSA / US GUARDIA COSTIERA
Una nave della guardia costiera avvicina un'imbarcazione sospettata di utilizzare spadareANSA / US GUARDIA COSTIERA

VENEZIA. Lui veneziano poco più che quarantenne, lei sulla trentina, veneziana ma residente a Motta di Livenza. In comune la convinzione che la terra sia piatta. Una convinzione tale da mettere in atto un piano assurdo: partire da Termine Imerese alla volta di Lampedusa, considerata la fine del mondo “piatto”.

Ha dell’incredibile quanto accaduto lo scorso aprile a Ustica – ma raccontato solo oggi dal quotidiano La Stampa - dove la Capitaneria di Porto ha intercettato una coppia di veneziani. Terrapiattisti, per loro stessa ammissione. E anche negazionisti del Covid-19. Sono stati soccorsi a bordo di una piccola imbarcazione, stanchi e assetati: stavano rischiando il naufragio.

“Quando ci siamo avvicinati per soccorrerli, e poi sottoporli ai tamponi come da prassi visto che eravamo in piena emergenza Covid-19” racconta uno dei soccorritori “erano convinti che nei tamponi ci fosse mercurio, e che noi volessimo contaminarli”. La coppia è stata scortata a Palermo e, in quei giorni, posta in quarantena precauzionale per quindici giorni, a bordo della loro barca. 

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