Zaia fa il leghista, addio al gruppo presidenziale

Passo indietro dopo i sospetti sul “partito personale”: fusione degli eletti nella lista del governatore e nel partito di Salvini
Filippo Tosatto

venezia

Proprio vero che il diavolo si nasconde nei dettagli. In consiglio regionale, si apprende, zaiani e leghisti «non sono più divisi bensì riuniti nell’intergruppo Lega-Liga Veneta» che raccoglie i 18 consiglieri eletti nella lista del governatore (prima forza politica in Veneto) e i 13 del partito di Matteo Salvini; nell’assemblea, composta da 51 rappresentanti, la corazzata verde padano detiene così una salda maggioranza assoluta, circostanza che rende accessorio il concorso degli alleati di Fdi e Forza Italia. A suggerire la fusione è stato proprio Luca Zaia, che ha presenziato alla costituzione del gruppone sollecitando il voto al riguardo dei consiglieri, favorevoli, manco a dirlo, all’unanimità.

Perché ha agito così? Per comprenderlo giova ripercorrere le recenti polemiche in seno alla Lega, con il braccio di ferro a distanza tra il Capitano in felpa e Giancarlo Giorgetti (culminato nella tregua armata al consiglio federale del 4 novembre) e l’attacco sferrato dall’ultrà salviniano Claudio Borghi: «Zaia? Ha una legittimazione personale, la sua maggioranza nasce dalle civiche». Di qui a sospetto di alimentare un partito personale, il passo è breve. Al punto da indurre, in via cautelare, il presidente del Veneto ad escludere «senza eccezione alcuna» la partecipazione della sua lista alle amministrative della primavera prossima.

Tant’è. Ora a capo del fatidico intergruppo c’è il manovriero Alberto Villanova mentre il ruolo di vice spetta al veterano Giuseppe Pan: «Siamo tutti militanti leghisti, condividiamo storia politica, valori, ideali, per questo abbiamo deciso di presentarci sotto un’unica bandiera. Saremo una squadra che lavora all’unisono per il Veneto e l’autonomia», il loro commento congiunto. Un dubbio: l’elettorato indipendente che ha premiato la figura e l’operato del presidente, gradirà la fusione? «Che tanti i cittadini abbiano espresso la loro fiducia a Zaia è evidente», replica il lealista-buongustaio Luciano Sandonà «ma che Zaia sia un leghista veneto è altrettanto fuori di dubbio». —



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