Zaia incontra Boccia a Venezia Prove di dialogo sull’autonomia

Il ministro 5 Stelle D’Incà rilancia: «Basta con lo scontro Nord-Sud, bisogna abbattere i muri» 
In una foto d'archivio Francesco Boccia parla con i giornalisti uscendo dalla sede del Partito Democratico, Roma 26 agosto 2019. ANSA/FABIO FRUSTACI
In una foto d'archivio Francesco Boccia parla con i giornalisti uscendo dalla sede del Partito Democratico, Roma 26 agosto 2019. ANSA/FABIO FRUSTACI

il vertice

Autonomia del Veneto: oggi a Venezia Lucia Zaia incontra il ministro Francesco Boccia e si apre la “fase 3” con la speranza di non ripartire da zero dopo il referendum del 2017 che ha spalancato la porta a una riforma epocale del federalismo, 50 anni dopo la nascita delle Regioni.

Per riassumere le tappe: il 28 febbraio 2018 il sottosegretario Gianclaudio Bressa (Pd) ha firmato un preaccordo su 5 materie con i presidenti di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Quel testo è finito nel cassetto e l’ex ministro Erika Stefani (Lega) nell’arco di 14 mesi ha elaborato tre bozze con le richieste di Zaia, Fontana e Bonaccini che il premier Conte e i ministri 5 stelle hanno bocciato, nelle roventi sedute plenarie del consiglio dei ministri a metà luglio.

Caduto il governo Lega-5 Stelle, si apre la “fase 3” e a gestire il dossier è il ministro Vincenzo Boccia (Pd) che ha deciso di consultare tutti i governatori delle regioni con cui trovare un’intesa per evitare strappi istituzionali. Si parte quindi dal Veneto: «Io sono fiducioso. L’ autonomia differenziata prevista dall’articolo 116 il governo la vuole, ci crede fermamente e lo dimostreremo con i fatti» ha detto invitando Zaia al dialogo. Resta da capire come sarà realizzata e Boccia punta in primis a trovare una base sulla definizione dei Lea, i livelli essenziali di assistenza, vale a dire i servizi sociali: la qualità della scuola, degli ospedali, dei centri per il lavoro, per l’ambiente e il turismo è assai diversa tra Nord e Sud. Per non parlare del trasporto pubblico locale, dai bus ai treni. Materie gestite sia dallo Stato che dalle Regioni, con una confusione del titolo V che porta dritta alla Corte costituzionale.

Il passo avanti ci sarà?

Un segnale positivo arriva dal ministro 5 Stelle Federico D’Incà, che ha la delega al Parlamento, deciso a stemperare i toni da barricata di Barbara Lezzi. All’assemblea degli industriali di Vicenza, D’Incà e Francesco Patuanelli hanno ribadito che l’autonomia è una delle priorità del governo. «Vogliamo abbattere i muri e costruire ponti per il dialogo con le forze sociali. L’autonomia si farà, sono bellunese e ho risolto il passaggio di Sappada al Friuli. Oggi il ministro Boccia incontra Zaia e finalmente capiremo quali e quante materie potranno essere trasferite direttamente al Veneto. L’Alto Adige ha avuto l’ultima competenza dopo 40 anni di trattative con lo Stato. Bisogna solo evitare lo scontro ideologico tra Nord e Sud: se l’autonomia diventa il motore dell’efficienza dello Stato che taglia gli sprechi non troverà alcun ostacolo nel governo e in Parlamento. Tutto il resto è scontro politico. Basta con l’odio. A Zaia chiedo di dialogare come presidente di tutti i veneti e non essere solo il leader della Lega».

Il ministro Boccia a Palazzo Balbi incontrerà Zaia con la delegazione che a Roma conduce il negoziato, guidata dal professor Mario Bertolissi. Poi verso le 13 si trasferirà a Mestre per un confronto con i consiglieri regionali del Pd, del M5S e di LeU, come ricorda il deputato bellunese Roger De Menech.

E il governatore del Veneto? A Vicenza è stato chiaro: «Sono pronto a incontrare il ministro Boccia e a consegnargli la nuova bozza con le richieste della nostra regione: se lui e il governo la condividono, firmo subito. Noi chiediamo le 23 materie, come previsto dalla Costituzione». —

Albino Salmaso

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