Zaia: tagli o saremo come Calabria e Sicilia

Il governatore: «Massimo 50 consiglieri o verremo estromessi dalle regioni virtuose»
Il presidente della Regione Luca Zaia contesta la tattica di ostruzionismo attuata da Udc e Fsv
Il presidente della Regione Luca Zaia contesta la tattica di ostruzionismo attuata da Udc e Fsv
 
VENEZIA.
«Non accetterò mai di andare a Roma a rappresentare una Regione che non sia virtuosa». Con queste parole, Luca Zaia ha dato mandato alla maggioranza di resistere nella discussione sullo Statuto sulla linea dei 50 consiglieri più il presidente, limite massimo previsto dalla manovra per rientrare tra le Regioni «virtuose». Intanto, a palazzo Ferro-Fini i toni si arroventano.
 «Se il Consiglio non vota questa legge, saremo immediatamente estromessi dai trasferimenti e dai costi standard, finendo per essere penalizzati già fin dal 2012» prosegue Zaia «Non voglio che finiamo nella categoria della Sicilia o della Calabria. Altro che Moody's, il vero declassamento sarà questo».  Il governatore quindi si scaglia contro l'ostruzionismo «Siamo l'unica Regione in cui il regolamento toglie il diritto di governare - sostiene - l'unico posto dove l'opposizione vale più della maggioranza: in altre Regioni, si discute per trentasei ore e poi si vota, qui da noi, invece, siamo in ostaggio di uno o due consiglieri» aggiunge ringraziando Pd, Idv e Gruppo misto «che hanno a cuore il Veneto». Nel mirino Udc e Fsv «Lo stesso Parlamento è molto più efficiente e firmerei subito per avere il suo regolamento: il Veneto, senza il regolamento attuale, avrebbe almeno un paio di leggi al mese. Quindi prendo atto che c'è qualcuno che non vuole lo Statuto, ma alla gogna ci vanno i responsabili». Un invito a vigilare sull'«ostruzionismo strumentale» arriva anche dal Pdl: «Chiediamo che l'Ufficio di presidenza vigili sugli emendamenti che vengono presentati» affermano Piergiorgio Cortelazzo e Carlo Alberto Tesserin dopo essere usciti dall'aula in segno di protesta, seguiti da una scia di consiglieri bipartisan: «Vengono presentati emendamenti al di fuori di ogni canone giuridico. Per questo chiediamo formalmente che l'Ufficio di presidenza formuli un parere scritto sugli emendamenti. Finché non si troverà una soluzione non rientriamo in aula».  Si difende dalle accuse, Raffaele Grazia (Udc): «Con il proporzionale puro chiudiamo subito - sostiene - ma non ammetto lezioni di moralità da un soggetto politico che difende il "prima i veneti" ma si ferma davanti al diktat di una manovra che indica come virtuosa la Campania solo perché ha meno consiglieri, anche se costano più di noi. Dopodiché non vedo il senso di un documento che taglia i consiglieri, ma prevede fino a 6 assessori esterni. Evidentemente il problema è con gli eletti».Dal canto suo il Pd chiede a Zaia di presentarsi in aula e indicare alla sua maggioranza la strada da seguire: «Da 50 a 60 consiglieri noi ci stiamo» sostengono Puppato e Reolon «E siamo disponibili a rimanere in aula convocati ad oltranza».  Proprio secondo i calcoli del Pd, a fronte di oltre 1200 emendamenti, ci vorranno 23-25 giorni di presidio h24 per approvare la carta. «Se a Zaia sta a cuore la Regione, si faccia carico della questione - sostiene Franchetto (Idv) - la visione di quel che capita in aula, con rare eccezioni, è indecorosa e, nessuno, nemmeno chi è in cima, può chiamarsi fuori».  Si comincia mercoledì con convocazioni non stop fino a sabato - forse domenica - e l'annuncio del recupero dei sacchi a pelo di antica memoria. Ma l'impressione è che, più che portare a casa il risultato, l'obiettivo sia quello di trovare un colpevole da crocifiggere sulla pubblica via alla fine delle solite schermaglie.

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