«Zignago Vetro è pronta per un'altra acquisizione Bormioli tra i dossier»

PRESIDENTE E A.D. Franco Grisan guida operativa di Zignago Vetro
PRESIDENTE E A.D. Franco Grisan guida operativa di Zignago Vetro
 FOSSALTA DI PORTOGRUARO.
«Seguiamo con attenzione tutte le opportunità, compresa Bormioli». L'acquisizione del 79% della polacca Huta Szkla Czechy (Hsc) non esaurisce le ambizioni di crescita per linee esterne di Zignago Vetro. La conferma arriva dal presidente e a.d. della società controllata dalla Zignago Holding dei fratelli Luca, Gaetano, Nicolò e Stefano Marzotto, Franco Grisan. «Manterremo questo approccio anche per il 2011» sottolinea il manager.
 
Dalla quotazione del giugno del 2007 a oggi, il titolo Zignago Vetro è cresciuto del 23%. Siete tra le matricole ante crisi che meglio hanno saputo superare la tempesta...  
«Distribuendo, per altro, ogni anno dividendi. Con la crisi finanziaria, molti investitori hanno preferito guadagni con margini più ridotti ma certi e superiori al mercato. Zignago Vetro, sotto questo punto di vista, ha saputo essere una garanzia».  
Attualmente ritenete che il titolo sia valorizzato correttamente (ieri ha chiuso a 5,66 euro)?  
«Posso dire che condividiamo le valutazioni degli analisti che lo vedono sopra quota 6 euro. Anche alla luce delle prospettive che ci ha aperto l'acquisizione di Hsc».  
State valutando altre operazioni di crescita per linee esterne?  
«L'attenzione a eventuali opportunità è continua, manterremo questo approccio in modo coerente con la nostra strategia. Ovvero prestando attenzione a quelle operazioni che possono aumentare il valore della società».  
Il Banco Popolare, da tempo, sta cercando di valorizzare il suo investimento in Bormioli. È una società che state valutando?  
«Bormioli è una società importante con alcuni problemi: deve essere, necessariamente, valutata ma bisogna tenere anche conto dei problemi e delle possibilità di poterli risolvere».  
Rispetto a una possibile operazione straordinaria, qual è la capacità finanziaria di Zignago Vetro?  
«L'indebitamento al 31 marzo scorso, che comprende l'acquisto di Hsc, è di 76 milioni. L'uso della leva è, quindi, basso. Prendendo come riferimento il limite che gli analisti, in generale, considerano, ovvero un indebitamento pari a tre volte il margine operativo lordo, diciamo che possiamo fare fronte a operazioni sui 130 milioni».  
Per quanto riguarda la Polonia e Hsc, sono previsti nuovi investimenti?  
«Non per il momento, adesso l'impegno è quello di far crescere il know-how».  
Che riscontri avete dal primo trimestre?  
«L'utile netto è risultato pari a 6,1 milioni (+17,5%), con un'incidenza del 9,2% sui ricavi. I ricavi consolidati del gruppo ammontano a 66 milioni (+10,8%), il fatturato al di fuori del territorio nazionale è pari a 21,7 milioni (17 milioni nel primo trimestre 2010, +27,7%). Vanno bene le bottiglie per vino, spinte dall'export, e la domanda di flaconi per cosmetica che è in netta ripresa e risente di uno sviluppo più che proporzionale al mercato. In particolare per quanto riguarda lo smalto per unghie: le donne, oggi, usano molto più smalto».  
Che clienti avete in questo settore?  
«Andiamo da marchi noti come Cartier, Dior, Yves Saint Laurent e L'Oréal a piccole società molto diffuse nel Medio Oriente. Poco note qui, ma che garantiscono volumi molto rilevanti».  
Contate di confermare, per fine esercizio, la crescita a doppia cifra di fatturato e utile?  
«Questo è l'obiettivo».  
Dopo la copertura dello stabilimento con pannelli fotovoltaici e la centrale a biomasse, avete altri progetti sul fronte della sostenibilità?  
«Con Ardagh e Saint Gobain abbiamo dato vita a una joint venture (Vetreco, ndr) per realizzare un impianto dove trattare i rottami di vetro. Lo stiamo realizzando nel Lazio e il prossimo anno entrerà in funzione. Per primo in Italia, l'impianto tratterà in modo differenziato i rottami di vetro trasparente da quelli colorati».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova