Zuccato: se Renzi ce la fa, nel 2016 Pil a +2%

Sgravi fiscali del 140%, via Imu e Tasi, sblocco di risorse ai comuni: il presidente degli imprenditori profetizza la ripresa
Conferenza di Confindustria, Hotel Laguna Palace, Mestre. Nella foto Zuccato
Conferenza di Confindustria, Hotel Laguna Palace, Mestre. Nella foto Zuccato

VENEZIA. «L'intervento del premier Renzi a Treviso ha rappresentato un momento importante per comprendere, e almeno nel mio caso, per condividere la sua linea economica. L'eliminazione di Imu e Tasi sulla prima casa, la deroga al Patto di stabilità che consentirà ai Comuni di investire l'avanzo di bilancio, il jolly calato con l'ammortamento fiscale del 140% nel 2016 a beneficio delle imprese che rinnovano gli impianti. È la strada giusta. Se queste misure andranno in porto, l'anno prossimo, grazie anche alle condizioni internazionali favorevoli, è realistico prevedere una crescita del Pil vicina al 2%, con ricadute importanti sull'occupazione. Credo che per un imprenditore, a prescindere dal suo pensiero politico, sia difficile non apprezzare questo percorso».

Quando parla, Roberto Zuccato, parla chiaro. Ma oltre ad una valutazione generale, al presidente di Confindustria Veneto chiediamo un'analisi in dettaglio dei provvedimenti annunciati sabato dal presidente del Consiglio all'assemblea degli imprenditori trevigiani. Quali effetti concreti produrrà il "super ammortamento" sugli investimenti nelle aziende?

«Si tratta, nella sostanza, di una detassazione per chi investe, limitata al prossimo anno ma di dimensione cospicua. Chi rinnova i macchinari acquisirà un credito fiscale superiore del 40% rispetto al valore dell'acquisto. Questo comporterà due ordini di vantaggi: accrescerà la competitività e l'efficienza dell'impresa e alimenterà le vendite di macchinari e l’economia del territorio che fornisce l’impiantistica correlata. È una misura già sperimentata in Francia, che abbiamo fortemente caldeggiato su spinta del comitato Piccola industria, presieduto da Alberto Baban. Nei tempi più bui della crisi, noi veneti non ci siamo arresi, abbiamo innovato, abbiamo investito ed esplorato nuovi mercati. Il risultato, riconosciuto anche da Renzi, è sotto gli occhi di tutti: qui la disoccupazione è al 6,6%, circa la metà della media nazionale, e il nostro export in qualche provincia vola a +7,5%. Cosa ci manca? Il rilancio del consumo interno. Perciò io plaudo all’impianto complessivo del Jobs Act, perché ha consentito la trasformazione di tanti contratti dal tempo determinato a quello indeterminato, incentivando nuove assunzioni. Così oggi molti possono pensare positivamente al proprio futuro, mettere su famiglia, comprare una casa, cambiare l'auto; e la maggiore capacità e disponibilità di spesa diventa leva di crescita. Il nostro timore era che gli sgravi contributivi su base triennale per chi assume stabilmente, fino a 8060 euro l'anno, cessassero a partire dal 2016 o fossero limitati al Sud. Così non sarà, Renzi ha assicurato che nel 2016-2017 saranno ridimensionati ma proseguiranno».

Renzi a Treviso, patto con le imprese
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«Siete meglio della Germania», le parole di Matteo Renzi dal palco. Ovazione assicurata. Non sarà una captatio benevolentiae in eccesso?

«Io non credo si tratti di piaggeria, voglio interpretarlo come un riconoscimento agli exploit del nostro territorio che da solo ha garantito il 30% delle nuove assunzioni e che in questo momento rappresenta l'autentica locomotiva del Paese. Ma c'è un altro aspetto essenziale ed è lo sblocco delle risorse congelate ai Comuni, una boccata d'ossigeno e uno stimolo diretto alla ripresa. Così come l'addio alle tasse sulla prima abitazione, un sollievo ai contribuenti ma anche un aiuto concreto al comparto costruzioni, che in questi anni ha sofferto moltissimo».

Gianni Agnelli affermò che Confindustria è filogovernativa per vocazione. E quella veneta non fa eccezione...

«Ma a chi dovremmo dare credito se non all'esecutivo che possiede gli strumenti per cambiare le cose? Noi dobbiamo collaborare con il Governo confidando che imbocchi la strada giusta. L'abbiamo sempre fatto, viceversa subentrerebbe la sfiducia di chi vede nella politica un danno anziché un'opportunità di sviluppo. Forse sarò irrimediabilmente ottimista, però due anni fa avevo previsto che la crisi occupazionale avrebbe raggiunto l'apice nel 2014 e che quest'anno l'economia avrebbe manifestato i primi segnali di ripresa. Non ho sfere di cristallo, leggo con attenzione i segnali che arrivano da più parti e li accosto ai report del formidabile centro studi di Confindustria. A Treviso qualcuno ha dato atto e taluni dei grandi imprenditori intervenuti - da Benetton a Marchi - hanno promosso le scelte del Governo».

Ora l'etichetta di renziano non gliela toglie più nessuno.

«Nella realtà io non sono schierato politicamente. Però questo “giovanotto”, così bravo a comunicare, sta mantenendo quello che promette. Penso al superamento del bicameralismo perfetto, anche Berlusconi lamentava l'assurdità di un Senato doppione della Camera e la conseguente difficoltà a legiferare con la velocità necessaria. Perché non dovrei appoggiarlo? Detto questo, adesso tocca alle imprese: non abbiamo mai cercato alibi e anche stavolta sapremo fare la nostra parte».

Veneto bifronte: accoglie a braccia aperte Renzi e alle urne plebiscita Luca Zaia che attacca quotidianamente il premier.

«Zaia si è rivelato il migliore interprete del Veneto profondo, che vuole lavorare bene e in pace, con il minimo di interferenza da parte dello Stato. E quando attacca il Governo per i tagli alla sanità, ha perfettamente ragione: il nostro sistema sanitario è molto buono e ha i conti in ordine, colpirlo con tagli lineari alla stregua delle regioni che sprecano, è ingiusto e nocivo. In questa battaglia sarò sempre al fianco del governatore».

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