Toxoplasmosi, un rischio gestibile. Ecco come prevenire il contagio
Nelle donne in gravidanza può avere ripercussioni sul feto, ma bastano alcuni accorgimenti per tutelarsi

La toxoplasmosi è una malattia infettiva causata dal parassita Toxoplasma gondii. Sebbene spesso asintomatica o con sintomi lievi, può avere conseguenze gravi, specialmente se contratta in gravidanza. Il legame tra la toxoplasmosi e i gatti è noto, ma spesso frainteso, generando preoccupazioni eccessive.
Il Toxoplasma gondii ha un ciclo vitale che coinvolge ospiti intermedi (come roditori, uccelli e altri mammiferi) e un ospite definitivo, il gatto domestico e altri felidi. I gatti si infettano nutrendosi di carne cruda o poco cotta o ingerendo oocisti presenti nell’ambiente.
Una volta infettato, elimina con le feci le oocisti, forme infettive del parassita, per un periodo di 1-3 settimane, generalmente solo alla prima infezione. Le oocisti diventano infettive dopo 1-5 giorni dall’emissione e possono sopravvivere nell’ambiente (terreno, sabbia) per mesi o anni.
I rischi
Se la madre contrae l’infezione per la prima volta durante la gestazione, il parassita può infettare il nascituro. Le conseguenze dipendono dal periodo in cui avviene l’infezione materna: nel primo trimestre il rischio di trasmissione è di circa il 10-25%, ma le conseguenze sono più gravi, potendo portare ad aborto spontaneo e gravi malformazioni cerebrali.
Nel secondo trimestre aumenta (circa 30-50%) ma le manifestazioni cliniche possono essere meno gravi anche se significative (problemi neurologici, oculari e a volte uditivi). Nel terzo trimestre il rischio di trasmissione è massimo (circa 60-80%) ma le manifestazioni cliniche tendono ad essere più lievi, potendo presentarsi alla nascita in forma subclinica o con sintomi ritardati, come problemi visivi o neurologici che si manifestano anni dopo. Il rischio per il feto esiste solo se la madre contrae l’infezione per la prima volta durante la gravidanza. Se è già immune non c’è alcun rischio per il feto.

La prevenzione
Il rischio di contrarre la toxoplasmosi dal proprio gatto è spesso sovrastimato e piuttosto basso, a patto di adottare adeguate misure igieniche. I gatti eliminano le oocisti generalmente solo alla prima infezione, spesso da giovani. Se vivono in casa, nutriti con cibi commerciali cotti e non cacciano o non escono, hanno un rischio molto basso di essere infetti.
Le principali fonti di infezione per le donne in gravidanza sono, in ordine di probabilità: consumo di carne cruda o poco cotta, contatto con terriccio contaminato (giardinaggio, manipolazione di verdure dell’orto non lavate), contatto con lettiere infette non pulite.
Per prevenire la toxoplasmosi cuocere la carne a temperature elevate (almeno 70°C) per uccidere il parassita. Il congelamento profondo (-20°C per 24 ore) può ridurre ma non eliminare il rischio. Lavare frutta e verdura soprattutto se consumate crude e sbucciarle quando possibile. Lavare sempre le mani con acqua e sapone dopo aver manipolato carne cruda, frutta o verdura non lavate, prima di mangiare e dopo aver toccato il terreno o la sabbia. Evitare latte non pastorizzato e uova crude.
Le misure relative al gatto sono importanti ma secondarie rispetto all’alimentazione): pulire – indossando guanti monouso – o meglio far pulire quotidianamente la lettiera: le oocisti non sono infettive nelle prime 24 ore. Nutrire il gatto con cibo commerciale o carne ben cotta, limitarne le uscite o adottare precauzioni maggiori.
Un veterinario può testarlo per la presenza di anticorpi anti-Toxoplasma, tuttavia i test sono più indicativi dell’esposizione che dello stato di eliminazione. Spesso è sufficiente adottare le misure igieniche preventive. Non è necessario allontanare il gatto durante la gravidanza: i benefici della compagnia animale superano di molto i rischi, purché si presti attenzione.
Molte donne sieronegative convivono serenamente con i loro gatti senza contrarre la toxoplasmosi. In caso di dubbi consultate il veterinario: è scientificamente provato che i bambini che crescono con animali domestici hanno giovamento sia dal punto di vista immunitario che psicofisico. —
In collaborazione con l’Ordine dei medici veterinari di Padova
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