All Blacks, Dan Carter torna in regia

HAMILTON. «Dan is back»: l’annuncio del ct neozelandese Steve Hansen mette fine al carosello nel ruolo di apertura in questo avvio di Rugby Championship (o 4 Nazioni) che sabato prossimo rivedrà Dan Carter con la maglia numero 10. Dopo aver saltato le prime due partite per un problema al polpaccio sinistro, Carter tornerà in regia ad Hamilton contro i Pumas e, assieme al già rientrato Richie McCaw, farà apparire gli All Blacks più simili ai campioni del mondo del 2011. Pur nel solco di un telaio di inossidabili titolari che ne fanno il team più collaudato in giro per i campi, il torneo delle potenze dell’emisfero Sud sta osservando molte sperimentazioni in vista della rosa che nel 2015 dovrà difendere il titolo. Non ci sono solo le sostituzioni dovute: il 22enne Sam Cane ha vestito la maglia numero 7 durante il semestre sabbatico del capitano (che nelle due recenti esibizioni è sembrato non essere mai andato via) e in regia si è arrivati a giocare con la quarta scelta, quel Tom Taylor autore di una superba prestazione contro l’Australia dalla quale è però uscito malconcio. Nell’ordine Carter è stato sostituito da Aaron Cruden salutato come il più pronto a guidare nei prossimi anni la squadra. Infortunato anche lui (ginocchio) è toccato a Beauden Barrett che ne ha seguito la sorte favorendo l’esordio assoluto di Taylor. Il tutto in assenza di Colin Slade che contro l’Australia ha giocato uno scampolo e considerato ancora non pronto. Su cinque atleti, Hansen può contare su due rientranti: Carter e Barrett. La sperimentazione dei campioni è più evidente se si guarda tutto il gruppo. Chi ricorda i baby Blacks che nel maggio 2011 vinsero nella finale al Plebiscito di Padova contro gli inglesi il titolo Under 20 disputato in Veneto?
Di quei ragazzi (classe 1991) che alla fine danzarono l’haka a petto nudo per festeggiare, cinque sono già in rosa. I citati Barrett, Cane, Retallick (che si gioca la maglia con Luke Romano, figlio di emigranti campani), l’ormai inamovibile flanker Luatua e l’ala Piutau. Ai quali si aggiungeranno probabilmente sabato le terze Saili e Luke Whitelock (fratello dell’iridato Sam) e il trequarti Saili. E arriviamo a 8 innesti. Non poco. Da quel torneo junior hanno pescato anche le altre tre contendenti: l’Argentina con il pilone Lobo, il Sudafrica con la spigolosa seconda Eben Etzebeth e la terza Kolisi ma soprattutto l’Australia che tirato fuori dal gruppo “padovano” il proprio futuro: il pilone Scott Sio, l’ala Kuridrani, il flanker Liam Gill e un certo Michael Hooper, l’apriscatole numero 7 che pedina McCaw e che ha preso il posto del 25enne Pocock, un altro gigante nel ruolo. Va detto che nella finale al Plebiscito giocavano per l’Inghilterra le apertura Ford (Leicester) e Owen Farrell , oltre alla secondaLaunchbury protagonisti al Sei Nazioni. E l’Italia? Di quella rosa del 2011 è emerso in azzurro solo Morisi che non giocò il torneo per infortunio permettendo al 18enne Campagnaro un precoce esordio in regia.
Fabrizio Zupo
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