Basket, Padova dei canestri in crisi. Bernardi (Virtus): «Mancano gli sponsor»
Il direttore generale dei neroverdi respinge ogni ipotesi di fusione con il Petrarca: «Noi abbiamo vissuto la B1 senza alcun marchio sulla maglia, le unioni d’intenti non centrano»

«Non è una questione di unioni, è una questione di sponsor che mancano». La Virtus Padova tramite la voce del Direttore generale Nicola Bernardi spiega il perché a suo modo di vedere le difficoltà del basket padovano maschile - con i neroverdi in B2 e il Petrarca in C - dipendano da altri fattori ma non dalla mancata unione di questi anni tra loro e i petrarchini.
«Capisco tutto, ma la situazione in cui si trova il basket padovano dipende dalle oggettive difficoltà che ci sono nel trovare aziende che abbiano il piacere di legare il proprio nome alle società. L'aver vissuto l'anno in B1 senza main sponsor è il mio più grande rimpianto: la stagione 2023/24 è stata l'annata più importante della nostra storia dopo l'A2 vissuta nel '94. In queste stagioni abbiamo valorizzato al massimo la nostra immagine ma dopo Antenore Energia non siamo riusciti a trovare un altro main sponsor che ci supportasse: eravamo l'unica squadra di B1 a non averlo e questo ci è costato una retrocessione, per altro ingiusta sul piano sportivo per come avevamo onorato la stagione.
La scorsa estate avevamo la possibilità di essere ripescati e abbiamo ingaggiato una lotta contro il tempo per trovare un sostegno di questo tipo: non ci siamo riusciti.
Quindi per Virtus non è una questione di mancata sinergia. Il problema è un basket padovano che non può stare ad alti livelli senza il sostegno di qualche imprenditore. Lo dimostra Mestre che ha trovato in Gemini uno sponsor e un imprenditore illuminato che le permette di avere un progetto che punta all'A2 nello stesso territorio in cui opera un gigante come la Reyer. Già la B1 non si può fare con basi solide senza uno sponsor importante, in questi anni ci siamo fatti carico io e il Presidente Chioatto delle spese ma restare ora nel basket nazionale ha dei costi elevatissimi.
E l'unione di intenti col Petrarca è difficilmente percorribile: lo è perché non basta unire le forze e le risorse economiche, ma servono anche le stesse visioni e le persone giuste con cui operare. Se ci si unisce e poi ognuno fa di testa sua non è gestibile, io con Chioatto sono in perfetta simbiosi, senza questa fiducia e unioni di intenti il rischio è di farsi la guerra alla prima difficoltà. Già dentro alla Virtus con l'ingresso di nuovi soci quest'anno ci sono state delle divergenze, figuriamoci mettendo tutte insieme figure di diverse realtà che già tra loro non vanno perfettamente d'accordo».

E lo sguardo è rivolto quindi alla prossima di stagione: «Questo campionato è stato deludente ma per me non si tratta di un fallimento, dobbiamo tenere conto della sfortuna di aver avuto due infortuni gravi che hanno messo ko due giocatori di quintetto.
La nostra idea per questa estate è quella di confermare il livello visto nella prima parte di stagione, con una squadra che possa stare nella parte medio alta della classifica come era Virtus prima degli infortuni. Poi se ci sarà la possibilità con l'ingresso di un nuovo sponsor di far fare il salto di qualità in corso d'opera non ci tireremo indietro. Il rammarico fin qui è quello di aver investito molto sul piano della comunicazione e del marketing sottraendo risorse alla prima squadra, senza però aver avuto indietro per adesso il giusto riconoscimento.
Il mercato? Da questa settimana getteremo le prime basi, la mia idea è quella di puntare di più su atleti del territorio che si leghino al progetto Virtus. Ad esempio dispiace per la retrocessione dei cugini del Petrarca, ma non nascondo che giocatori come Mwambila e Ragagnin a noi possono fare gola».
Sul tema mercato infatti per la Virtus la guida tecnica sarà ancora affidata a coach De Nicolao. Per quanto riguarda il roster molto probabilmente servirà un nuovo playmaker per sostituire il norvegese Greve, mentre Marchet, Biancotto e Bianconi sono giocatori da cui Virtus dovrebbe ripartire se vuole avere una stagione da protagonista. Più intricati i casi Casella e Lusvarghi che dopo i gravi infortuni dovrebbero tornare solo verso ottobre o novembre.
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