Andres “Toto” Forray C’è un po’ di Virtus nei record di Trento

PADOVA. C’è una matricola terribile in serie A. Al primo anno nella massima serie, l’Aquila Trento di coach Maurizio Buscaglia (ex Bears Mestre) sta raccogliendo risultati insperati e a oggi è al quarto posto in classifica. Leader indiscusso di questa squadra, in campo e sugli spalti, è una vecchia conoscenza del nostro basket: Andres Pablo “Toto” Forray, playmaker argentino già visto in maglia Virtus nel 2004 (in C/2) e oggi al terzo anno da capitano di Trento. «L’esperienza a Padova, in un campionato non certamente felice, è stata comunque fondamentale per la mia carriera in Italia» ricorda Forray, 28 anni nativo di Buenos Aires «Per poter giocare nei campionati nazionali, da argentino, dovevo infatti disputare due stagioni nelle serie minori. Quando ho saputo che la Virtus mi cercava, non ci ho pensato un minuto». Toto aveva già esordito con Messina in serie A (dove giocava Leo Busca), ma la società era poi fallita e il play aveva dovuto fare le valigie per il Sudamerica: «Dalla chiamata del presidente Franco Bernardi al mio arrivo a Padova sono passati solo tre giorni. Mi sono aggregato alla squadra a campionato avviato». Il capitano dell’Aquila ricorda in particolare l’ospitalità di Paola Longo, ex consigliera Virtus, «ma anche dei miei compagni di quell’anno Stefano Zago, Enrico Cogo, Carlo Tasca, con i quali ricordo soprattutto una gita a Monaco a Pasqua, e ovviamente di coach Picci De Nicolao». Quel 2004 non fu un grande anno per la Virtus: i neroverdi si salvarono ai playout anche e soprattutto grazie al talento argentino, che a fine anno passò allo Jesolo Sandonà con cui si guadagnò una doppia promozione dalla C1 all’A Dilettanti. Dopo tre anni a Forlì, nel 2011 arriva la chiamata di Trento, da quest’anno approdata in serie A. Un argentino al freddo? «Ma va, Trento è un luogo estremamente caldo e ospitale, oltre che una città bellissima da visitare. L’ambiente è poi ideale per lavorare e crescere professionalmente. Ho conquistato la fascia di capitano per le mie doti tecniche e per le capacità di leadership e sto cercando di onorare al meglio questa esperienza». Forray e l’Aquila sono peraltro reduci da una gara da record giocata lunedì al PalaTrento contro la Dinamo Sassari. Che, coincidenza curiosa, ha come capitano un’altra conoscenza patavina, quel Manuel Vanuzzo veneziano di nascita che nel 1995 fu artefice dalla scalata Solesino-Patavium verso la B/1. L’Aquila di Forray ha però volato più in alto, segnando 104 punti, ma anche il record stagionale di schiacciate (12, terzo posto nella graduatoria storica della serie A) e il parziale da brividi di 35-8, al sesto posto assoluto negli scarti di un singolo periodo di gioco: «È stata una gara sensazionale. Ma stiamo con i piedi per terra: l’obiettivo è salvarci. Certo, ogni partita fa storia a sé e noi proviamo a vincerle tutte», chiude il play svezzato dalla Virtus, che a quanto pare ci aveva visto veramente bene.
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