Assolto il pusher di Marco Pantani
ROMA
Assolto perchè il fatto noncostituisce reato, così la Cassazione ha del tutto proscioltoFabio Carlino dall'accusa di aver provocato, con la vendita di cocaina purissima, la morte per overdose del ciclista Marco Pantani. Il Pirata se ne andò nel giorno di San Valentino del 2004, aveva da poco compiuto 34 anni e da sei mesi si era ritirato definitivamente dal ciclismo per curarsi. Quel soprannome, Marco Pantani di Cesenatico se lo era guadagnato per il coraggio e l'aggressività sui pedali, ma anche per la bandana portata in testa sulle tappe più dure. Il gesto di toglierla e gettarla alle spalle era per tutti il segnale dell'attacco. E l'immagine più nota è quella degli arrembaggi sulle montagne del Giro d'Italia 1998, il suo anno magico in una carriera da professionista cominciata nel 1993 e in una vita più tormentata di una tappa alpina. In quel 1998, Pantani centrò l'accoppiata Giro-Tour, impresa che prima di lui era riuscita solo a un altro italiano, Fausto Coppi.
Un anno dopo, sempre il Giro d'Italia segnò la prima grande caduta, in un albergo di Madonna di Campiglio, poco dopo l'alba. Scoperto con il tasso di ematocrito troppo alto, anche se di poco, fu cacciato e cominciò la sua dolorosa vicenda umana. Rinunciò al Tour e sparì per un anno, affrontando la depressione e forze anche i primi problemi con la droga. Da allora fu un inseguimento con se stesso: le inchieste, i tribunali, le rivelazioni, i ritorni, come al Giro 2002. L'ultima sua apparizione nella corsa rosa nel 2003. Infine la morte, per droga.
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