Bebe Vio, nuova vita meno tv, più scherma

«A Roma voglio fare la ragazza seria, con tanto fioretto»
Foto Ufficio Stampa Quirinale/Paolo Giandotti/LaPresse 04-12-2017 Roma, Italia Politica Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella saluta Beatrice Vio, in occasione dell'incontro con gli atleti della scherma paralimpica, oggi 4 dicembre 2017. DISTRIBUTION FREE OF CHARGE - NOT FOR SALE
Foto Ufficio Stampa Quirinale/Paolo Giandotti/LaPresse 04-12-2017 Roma, Italia Politica Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella saluta Beatrice Vio, in occasione dell'incontro con gli atleti della scherma paralimpica, oggi 4 dicembre 2017. DISTRIBUTION FREE OF CHARGE - NOT FOR SALE

MOGLIANO. «Voglio fare la ragazza seria. Meno lustrini, più libri e pedane». Così Bebe Vio parla da qualche tempo a familiari e amici, a proposito dell’anno appena cominciato. Un 2018 che negli auspici della campionessa paralimpica sarà anzitutto di «studio e scherma». Un anno meno febbrile e più lontano dai riflettori, che comunque apre un nuovo, importante capitolo nella vita della 20enne di Mogliano. Bebe s’è trasferita infatti a Roma per studiare Scienze della Comunicazione all’università statunitense John Cabot, scelta che testimonia anche la ricerca di una minore visibilità. «Ci sono tanti americani, non mi conoscono e non m’assillano con i selfie. Sono bastate poche settimane, posso dire di trovarmi benissimo: Roma è una figata», ha confidato a papà Ruggiero.

Le convention sono state messe da parte, unica variazione sul tema l'invito a Parigi dell'amica Maria Grazia Chiuri per assistere alle sfilate di Dior. Nel contempo, il trasloco nella capitale non significa mettere da parte l’amato fioretto. Anzi, dopo la breve parentesi a Scherma Treviso, può contare su due nuove opportunità per allenarsi: la palestra di Scherma Roma all’Acquacetosa e la sede delle Fiamme Oro a Tor di Quinto. Nel primo caso, un tecnico del calibro di Elvis Gregory, tre podi olimpici con Cuba. Nel secondo, compagni d’allenamento quali i paralimpici Marco Cima e Loredana Trigilia, iridata con Bebe nella prova a squadre a Roma 2017. Il tutto coordinato dal cittì azzurro (e ormai suo maestro) Simone Vanni. Non manca lo spunto curioso legato al preparatore atletico: ora è seguita da Giuseppe Chiodi, storico preparatore del pluridecorato Tony Cairoli, icona del motocross. Ha scoperto la scherma paralimpica nella rassegna iridata di Roma e se n’è innamorato. Il lavoro non gli mancherà: pure una stagione sulla carta transitoria, mancando Mondiali e Paralimpiadi, non risparmierà obiettivi importanti al simbolo del nostro paralimpismo. Il doppio oro mondiale di Fiumicino ha già messo infatti il circoletto agli Europei di Terni a settembre (17-23), appuntamento clou della stagione. Non secondario, tuttavia, sarà l’ennesimo assalto alla Coppa del Mondo, unica possibilità di confronto nel 2018 con le solite rivali cinesi e di Hong Kong.

In tal senso, sono due le tappe cui l’eroina di Rio tiene particolarmente: dopo il debutto stagionale a metà febbraio a Eger (Ungheria), ha già evidenziato in agenda la tappa casalinga di Pisa (9-11 marzo). Il “tifo organizzato” viene dato già in fermento. E, per di più, c’è da colmare la lacuna del 2017, quando aveva dovuto rinunciare alla prova toscana per il parallelo impegno all’Onu. L’altra tappa che vorrà a tutti i costi portare a casa, cadrà a fine stagione (13-16 dicembre): Kyoto (Giappone) significa molto per Bebe, perché in Estremo Oriente l’hanno ormai adottata (ed eletta a testimonial) e a Tokyo si svolgeranno le Paralimpiadi 2020. Che nei sogni della fiorettista dovranno essere suggellate con un doppio titolo.

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