Basket, il Petrarca scende in C: la Padova dei canestri sempre più in crisi

Gli appassionati padovani vedono le società arrancare, con le Lupe unica eccezione virtuosa. Vendraminelli: «Unione e dialogo per fare qualcosa di più grande»

Luca Perin
La delusione dei giocatori del Guerriero Petrarca Padova dopo la sconfitta nel playout con lo Jadran, che ha sancito la retrocessione in Serie C (Foto Riccardo D'Argento)
La delusione dei giocatori del Guerriero Petrarca Padova dopo la sconfitta nel playout con lo Jadran, che ha sancito la retrocessione in Serie C (Foto Riccardo D'Argento)

Venezia, A1. Treviso, A1. Trieste, A1. Udine, A1. Verona, A2. Vicenza, B1. Padova, B2 e C. Basta questo telegramma per capire la voragine in cui è precipitato negli ultimi anni il basket maschile della Città del Santo. Se la Virtus Padova nonostante una stagione deprimente prova in qualche modo a tenere botta in B2, il Petrarca invece domenica è definitivamente naufragato con l'ufficiale retrocessione in Serie C. Tra l'altro - ironia della sorte - per mano di Trieste, ma si parla dei cugini poveri dello Jadran. Un disastro completato: Padova non solo è fuori dal basket nazionale, ma pure nella profonda provincia non è minimamente in grado di fare la voce grossa.

Antonio Vendraminelli, Presidente del Petrarca, ha sicuramente delle responsabilità per la retrocessione della sua squadra ma è innegabile che negli ultimi anni sia stato lasciato solo, sfiduciato e senza un sostegno reale. Ed è da anni l'unica voce che denuncia che il basket padovano non può andare avanti così: Virtus e Petrarca si mangiano a vicenda le poche risorse a disposizione in città e questa situazione è diventata surreale, soprattutto pensando che unendo le forze si potrebbe puntare quantomeno ad una buona B1, forti anche delle risorse dei vivai che sarebbero sommate.

Cosa che lo stesso Vendraminelli farebbe domattina, ma per anni Virtus ha sempre potuto rispondere di no forte della categoria nazionale, di un settore giovanile florido e di un progetto che era sostenuto dagli sponsor. Ma ora? I neroverdi sono precipitati anche loro nel basket interregionale, il settore giovanile latita non producendo più talenti di peso e questa è stata la seconda stagione senza main sponsor.

Si ipotizza poi che il prossimo campionato si punterà di nuovo sui giovani, ma la domanda è: quali giovani ci sono a Padova? A parte Marchet, rimane infatti solo un 16enne come Fasolo come nome interessante. Non a caso l'Under 19 virtussina ha vissuto una stagione difficile e quando chiamati in causa non ci sono stati altri ragazzi del vivaio che hanno risposto all'altezza. Bisognerebbe quindi chiamare ragazzi da fuori, ma puntare sui giovani non deve essere sinonimo di risparmiare sul budget: lo ha fatto in questa stagione il Petrarca e abbiamo visto come è finita.

Possibile che quasi tutte le città del nordest riescano ad offrire un basket di buon o alto livello tranne Padova? Ad esempio sono state belle le celebrazioni per gli 80 anni di Virtus, ma venir umiliati in campo da Gardonese e Pizzighettone (con tutto il rispetto) è davvero il giusto modo per festeggiarli? La famiglia Bernardi ha dato tantissimo al basket e allo sport padovano, ma non è arrivato il momento di ampliare la visione? La retrocessione dalla B1 alla B2 dello scorso anno è stato un fallimento, la stagione di quest'anno fuori dai playoff per risalire è un altro fallimento.

E gli esempi virtuosi a Padova arrivano proprio dal femminile: Thermal e Gattamelata l'estate scorsa hanno messo da parte la rivalità per costruire un progetto che potrebbe venir premiato con una promozione in A2 con basi solide e in A1 continuano il loro ottimo progetto le Lupe San Martino del Presidente Giuriati, quest'anno arrivate fino alla semifinale Scudetto in A1 e pronte a ripetersi la prossima stagione forti di un grande entusiasmo creato.

«Io ci ho provato 10 anni a fare sta unione ma ora mi defilo – commenta Antonio Vendraminelli -. Per quanto mi riguarda c'è delusione per la retrocessione e non pensavo di chiudere così ma per me non aveva senso continuare neanche in caso di salvezza. Il basket padovano rischia di morire così, io l'ho detto in tutti i modi e la situazione che c'è oggi lo conferma. Sia dal settore giovanile del Petrarca che da parte di Virtus c'è poca disponibilità al dialogo, qui a Padova tutti preferiscono affondare con le loro piccole navi piuttosto di cercare un'ancora di salvezza comune. Il mio futuro? Mi piacerebbe tornare a fare qualcosa con la Pro Pace a Mortise, ho bellissimi ricordi di quando tutto il quartiere veniva a vedere le partite».

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