Branca, la rabbia non è ancora sbollita «Con il Como buttata una partita vinta»

Diego Zilio / CITTADELLA
Simone Branca, sbollita la rabbia?
«No, ancora no. Ce n’era troppa per non averne già più. Abbiamo buttato via una partita che per noi era fondamentale. I tre punti ci servivano per rientrare in zona playoff e fare un bel passo avanti in classifica, la voglia di conquistarli era tanta. Invece siamo rimasti delusi da un risultato che non rispecchia quanto si era visto per gran parte della gara. Più ancora che per il pareggio, dispiace per il modo in cui è maturato: due disattenzioni ci sono costate care».
E dire che per la mezzala sinistra del Cittadella sembrava fosse davvero una serata magica. Lui, che di questa squadra è una colonna, contro il Como aveva finalmente ritrovato quel gol che gli mancava dal 3-1 di Reggio Calabria dello scorso 19 dicembre, quasi un anno fa. E che gol. Una vera gemma a impreziosire una gara che, sul 2-0, pareva in cassaforte.
Forse sarebbe servita più personalità nel gestire quella fase dell’incontro. Concorda?
«Non so se è una questione di personalità, ma dopo il primo gol abbiamo commesso l’errore di abbassarci troppo, mentre avremmo dovuto continuare a giocare come abbiamo fatto nel primo tempo per tutti e 95 i minuti trascorsi in campo. Io continuo a pensare che siano i dettagli a fare la differenza: in un campionato così complicato non puoi permetterti di far calare minimamente l’attenzione, mentre noi abbiamo gestito male anche altri palloni, come quello che ha portato all’ultima punizione, da cui poi si è sviluppata l’azione del rigore».
Già, il rigore. Uno di quelli che una volta spesso non venivano visti, con il Var invece era inevitabile che venisse fischiato, perché Okwonwko ha calciato piede e palla assieme.
«Dal campo pensavamo che avesse colpito il pallone, ma quando l’arbitro è andato al monitor abbiamo intuito che non era così».
Un epilogo che ha cancellato la soddisfazione per il suo terzo gol fra i cadetti.
«Non posso essere del tutto contento perché a contare è la squadra. Il gol è arrivato un po’ inaspettato, anche perché è il primo che segno di testa. Mi sono buttato sul cross: il direttore Marchetti mi dice sempre di andare a inserirmi quando ci sono traversoni del genere, stavolta l’ho fatto ed è andata bene».
La sua rete ha coronato un’azione strappa applausi, sviluppata tutta di prima fra D’Urso, Antonucci (tacco), Baldini (sponda) e Mattioli (spiovente col contagiri).
«Sì, un’azione bellissima. Il frutto di una prima parte di gara in cui siamo stati perfetti anche nelle marcature preventive, prima di farci destabilizzare dal gol subito. Adesso però, non dobbiamo abbatterci».
Anche perché, contro il Como, si sono viste pure altre novità interessanti, come l’inedito terzetto di centrocampo votato al palleggio, composto da D’Urso, Danzi e lei. Sulla carta sembrava “leggerino”, invece avete preso in mano la partita.
«Siamo tutti giocatori forti ma che, quando serve farlo, non hanno problemi a sacrificarsi. Sono molto contento per Andrea e Christian. Ultimamente hanno giocato meno ma hanno approfittato dell’occasione per dimostrare quanto valgano. Ora devono continuare così e restare sul pezzo».
Domenica il Citta andrà ad Alessandria, sua ex squadra, con cui visse un’annata memorabile, arrivando alla semifinale Coppa Italia ’16. In quella stagione vi stavate giocando la promozione dalla C alla B proprio con i granata, che alla fine vinsero il campionato. Lei però non sarà del match (che avrà come arbitro Ayroldi di Molfetta, con Serra al Var), in quanto squalificato.
«Tenevo molto a giocarlo, ma ero diffidato e mercoledì sono stato ammonito. Ad Alessandria ho trascorso due anni e mezzo molto belli e mi avrebbe fatto piacere tornare anche perché ho un buonissimo rapporto col presidente e con tanti ragazzi che lavorano in società. Fra i giocatori è tornato Marconi, e poi ci sono Parodi e Arrighini che sono stati al Cittadella e Corazza che era mio compagno ai tempi del Sudtirol. Quella semifinale la ricordo come una grande esperienza, anche se forse ci ha “distratto” dal campionato». —
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