Il Calcio Padova premiato dal Consiglio Regionale del Veneto

I biancoscudati sono stati ricevuti a Palazzo Ferro Fini a Venezia, ricevendo una targa omaggio per la promozione in Serie B. Sandonà: «Emozioni che non provavamo da 30 anni». Andreoletti: «Avanti cosi»

Stefano Volpe
Matteo Andreoletti a palazzo Ferro Fini
Matteo Andreoletti a palazzo Ferro Fini

Chi l'avrebbe mai detto che a Palazzo Ferro Fini si sarebbe ricreata la stessa atmosfera di Lumezzane? È cambiato solo il mezzo di trasporto per raggiungere l'arena, da un canonico autobus a un ben più suggestivo motoscafo, indispensabile per districarsi nel centro storico veneziano. Gli altri ingredienti erano gli stessi, dai protagonisti in campo ai tifosi. C'era pure l'iconico striscione con l'effige di Sant'Antonio, che negli ultimi anni ha girato i campi di mezza Italia e il consigliere regionale Luciano Sandonà ha portato sul palco della sala stampa del Consiglio regionale del Veneto.

È stato proprio lui a volere fortemente la cerimonia andata in scena il pomeriggio del 7 maggio, nella quale il Consiglio ha premiato con una targa il Padova per la conquista della promozione in Serie B. «Perché questo traguardo rappresenterà un importante volano di sviluppo socioeconomico e turistico per il capoluogo euganeo e per tutto il Veneto – le motivazioni della premiazione, anche se nel suo discorso introduttivo il consigliere Sandonà si è voluto addentrare in questioni più emotive che di business -. Perché le emozioni vissute in questo campionato non le ricordavamo da 30 anni e la dimostrazione è arrivata dalle migliaia di persone che sono scese in piazza per festeggiare».

Hanno voluto partecipare alla cerimonia un gruppo di consiglieri sia della maggioranza che dell'opposizione, accomunati dalla passione per i colori biancoscudati. Anche se si era pur sempre nella sede del Consiglio regionale e si è dovuto per forza di cose rendere merito al Vicenza.

Da sinistra Lorenzoni, Cavinato, Soranzo, Venturini, Sandonà, Bianchi, Peghin, Androletti e Crisetig.
Da sinistra Lorenzoni, Cavinato, Soranzo, Venturini, Sandonà, Bianchi, Peghin, Androletti e Crisetig.

Tuttavia, le parole di maggior fair play sono arrivate dal personaggio meno politico di tutti, il vice-capitano Lorenzo Crisetig, l'unico rappresentante della squadra presente: «È stata un annata stupenda e faticosa», le parole del centrocampista. «Se vincere è stato così difficile il merito va al Vicenza, avversario contro il quale abbiamo combattuto un duello straordinario, sopra ogni aspettativa». Non è la prima volta che uno dei protagonisti del Padova applaude il competitor di questa stagione. L'aveva già fatto qualche giorno fa mister Matteo Andreoletti, augurandosi che il Vicenza possa vincere i playoff.

L’allenatore, nel suo discorso di rito, ha ribadito tra le righe il concetto che più preme a tutti i tifosi. Quello della sua permanenza sulla panchina dell'Euganeo anche in Serie B: «A Padova e in Veneto mi sono sentito accolto fin dal primo giorno, nonostante all'inizio ci fosse un po' di scetticismo (comprensibile) nei miei confronti. È stata una grande stagione e adesso vogliamo continuare nel migliore dei modi».

A rappresentare la società c’erano Francesco Peghin e Alessandra Bianchi. Il presidente ha voluto ripercorrere l’ultimo mese, quello che ha cambiato la storia: «Perché ho avuto l’impressione che i pianeti si allineassero, in tutti i sensi. Sul campo la squadra è stata in grado di recuperare la vetta, mentre attorno si è creato un entusiasmo mai visto prima, dai 2.000 di Trieste, passando per il clima di festa nelle partite casalinghe, fino ad arrivare all’esodo di Lumezzane. Tutto indimenticabile».

L’amministratore delegato, invece, è tornata molto più indietro: «Abbiamo lavorato a questo traguardo per sei anni spendendo energie, risorse e passione. L’abbiamo spesso fallito sul filo di lana, ci mancava solo il lieto fine e siamo riusciti a scriverlo nel modo migliore». Ha voluto chiudere la celebrazione l’assessore allo sport del Comune di Padova Diego Bonavina, eccezionalmente in trasferta. Il braccio destro del sindaco Giordani ha seguito da vicino tutta la stagione: «E per questo faccio i complimenti a tutti, perché il traguardo è collettivo. Ma mi preme dare due meriti in particolare. Il primo al direttore sportivo Massimiliano Mirabelli, il cui lavoro è sotto gli occhi di tutti, dalla scelta dell’allenatore alla costruzione del gruppo. Il secondo alla squadra, che ha combattuto fino all’ultimo e non si è mai seduta sugli allori, nemmeno quando a gennaio in tanti credevano che il campionato fosse già vinto. Ma nulla si ottiene senza sudore»

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