Buon compleanno Tubaldo, terzino degli anni Settanta

IL PADOVA NEL 1978 Tubaldo è il secondo da sinistra tra i giocatori accosciati Ha giocato terzino per tre stagioni nel Padova Ora allena a Vigonza
IL PADOVA NEL 1978 Tubaldo è il secondo da sinistra tra i giocatori accosciati Ha giocato terzino per tre stagioni nel Padova Ora allena a Vigonza
 
PADOVA
. I quindicenni d'oggi abbozzano un sorriso quando Maurizio nello spogliatoio, per spronarli, a cadenza periodica, ricorda: «All'allenamento andavo in bici da Rovolon a Padova: 50 chilometri al giorno, tanta era la voglia di sfondare con il pallone». Lui, Maurizio Tubaldo, 54 anni il 17 febbraio, è riuscito a ritagliarsi uno spazio nel calcio che conta, il che gli ha permesso di vivere con questa professione.  «Giocavo a Montemerlo, mi notò Scantamburlo e finii al Padova. Dal 1973 ho fatto la trafila del settore giovanile. Ho debuttato in prima squadra, serie C, il 23 ottobre 1977 in Novara-Padova. Nella città del Santo sono rimasto tre anni, 42 gare di campionato, 15 di coppa e un gol, io che vestivo la maglia numero 2, da terzino destro. Segnai a Parma contro la compagine allenata da Cesare Maldini e nelle cui fila giocava Ancelotti. I miei compagni d'allora erano Pillon, Gennari, Bastianello e Carletto Perrone, che poi ha fatto tanta strada». In seguito Maurizio ha girovagato per tredici anni tra Monselice, Giorgione, Rovigo, e Venezia.  Chiuso col calcio giocato, ha allenato per 12 stagioni gli allievi del Cittadella; da quattro si è accasato a Vigonza.  «Oggi si pretende tutto e subito, -dice- invece bisogna aspettare. Non cambierei con nessun'altra l'attuale mia squadra di Allievi, contento come sono perché attuano quello che loro insegno. Non posso pretendere che i tosi pensino solo al calcio, perché sono distratti da computer, scooter, morose. Hanno però maggiori possibilità di noi per imparare e per andare avanti, oltre a possedere una migliore tecnica di base».  Il saper soffrire e il desiderio di emergere che egli cerca di instillare nei ragazzi può portare a buoni risultati. Se poi nasce un Nicolò Cherubin, quello da lui allevato a Cittadella, tanto meglio!

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