Carli, dal poligono di Agna all’argento iridato
A 15 anni vicecampione mondiale con l’Italia Juniores nel double trap: «Purtroppo non è specialità olimpica»
AGNA. Argento mondiale a soli quindici anni: Marco Carli, di Agna, è salito sul secondo gradino del podio a squadre nella specialità double trap Junior, a Mosca, dove si avviano alla conclusione le gare del Campionato mondiale di tiro a volo. Carli vive ad Agna, dove si allena con coach Francesco Belluco al poligono Tre Piume gestito dal padre Giovanni e dallo zio Mario. A Mosca ha vinto l’argento insieme ai compagni di squadra Jacopo Dupre De Foresta e Eraldo Apolloni, con un punteggio di 389 piattelli. L’Italia è stata battuta dalla formazione indiana (401 piattelli) e ha preceduto la squadra cinese, in terza posizione con 387 piattelli.
Molto soddisfatto del risultato, papà Giovanni racconta: «L’anno scorso Marco ha vinto il titolo italiano nella sua categoria, traguardo che quest’anno non ha potuto ripetere perché proprio in quei giorni era a Mosca a vincere l’argento mondiale». Trapela molto orgoglio, anche perché «Marco è molto bravo a scuola: fa l’Agrario a Monselice, segue le mie orme, e mi meraviglia come riesca a conciliare così bene gli impegni sportivi e quelli scolastici».
«Pratico questo sport fin da piccolo», racconta il vice campione mondiale, «Sono “nato” nel poligono e desideravo tanto sparare, finché un giorno l’istruttore mi ha detto: “Dai, prova”, e con l’impegno e la costanza sono arrivato fin qui. A Mosca, in gara, ero emozionatissimo, mi rendevo conto di avere solo 15 anni e di essere già al Mondiale. Mi sono messo a sparare come sempre, ed è andata bene: so dove posso arrivare se mi impegno, ma sapevo anche che sarebbe stato difficile vincere. Alla fine con i compagni di squadra eravamo sì contenti, ma ugualmente eravamo amareggiati per non avere vinto. E normale, in una competizione c’è sempre quell’agonismo che ti fa desiderare la vittoria, ma è andata così».
Per il futuro c’è un’incognita piuttosto grande: «Il mio sogno è partecipare alle Olimpiadi, ma la mia specialità è stata tolta dalle gare a cinque cerchi, e adesso devo decidere: passare alla fossa olimpica o allo skeet e percorrere la strada olimpica, oppure continuare col double trap e fare tutte le gare, tranne le Olimpiadi», conclude il piccolo campione.
Cristina Chinello
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