Tutti gli investimenti nel calcio dell’uomo che vuole il Padova

Marcelo Figoli sta creando un gruppo di società, un suo consulente precisa: «Non è vicino alla politica. Fa calcio in Europa e non in Argentina per non entrare nelle vicende elettorali dei club»

Stefano Volpe, Giovanni Armanini
L’imprenditore argentino Marcelo Figoli
L’imprenditore argentino Marcelo Figoli

L'imprenditore argentino Marcelo Figoli, che sta trattando con Jospeh Oughourlian l'acquisto del Padova, è entrato da due anni e mezzo nel mondo del calcio ma si è già mosso con determinazione su fronti differenti.

Nel dicembre 2023 ha acquisito la maggioranza del Burgos, attraverso la Group 360 - società di cui detiene il 100% delle quote -, nell’agosto 2024 il 70% del club uruguaiano Juventud de Las Piedras e lo scorso maggio il 5% del Recreativo Huelva, sprofondato in quarta serie spagnola.

Recentemente ha dichiarato di voler ampliare il proprio network di multiproprietà, prendendo il controllo di una società portoghese e di un'italiana.

Martedì un emissario di Marcelo Figoli, Pasquale Panettiere, consulente aziendale in contatto con l’imprenditore argentino, ci ha contattato per precisare che l’imprenditore argentino «pur essendo interessato alla politica del suo paese, non può considerarsi persona vicina alla politica, in quanto i suoi concerti sono organizzati per i privati e non con contributi pubblici».

Una distanza che l’imprenditore rivendica anche nel calcio. «Figoli non è uomo di calcio in Argentina - ha aggiunto il consulente - proprio perché là il calcio è politicizzato e lui non ha mai voluto entrare in vicende elettorali, visto che i club argentini hanno come presidenti i vincitori delle elezioni tra fazioni di tifosi».

Infine, «Figoli disconosce l’organizzazione dell’evento in cui Bolt sfidò un bus allo sprint, non fu un’idea sua». Nessuna smentita, e un chiaro «no comment», invece, sulla vicenda della trattativa con il Padova a proposito della quale abbiamo riportato che in questi giorni verrà firmata una esclusiva a trattare valida per 90 giorni.

Al momento l'impegno maggiore dell’imprenditore argentino è a Burgos, dove ricopre la carica di presidente e ha dovuto fare i conti con una tifoseria scottata da un passato recente piuttosto burrascoso. Ma che tipo di presidente è Figoli? Lo abbiamo chiesto a chi ha avuto modo di osservarlo da vicino nell'ultimo anno e mezzo a Burgos.

«Marcelo Figoli è arrivato in un momento molto complicato», racconta David San Josè, giornalista di Radio Marca Burgos. «La società era reduce dalla gestione di un altro proprietario argentino, Antonio Caselli, che ha rischiato di portarla quasi verso il fallimento. Anche per questo l'arrivo di Figoli è stato accolto male dalla tifoseria, che nutriva grandi pregiudizi nei confronti degli imprenditori stranieri. Il merito di Figoli è stato quello di chiarire subito di non avere nulla a che fare con il suo predecessore e in pochi mesi ha fatto cambiare opinione su di sé a quasi tutti i tifosi».

Come ci è riuscito? «Mostrandosi vicino alla gente e partecipando attivamente alla vita societaria. È un personaggio accessibile, non si è mai nascosto. Su ogni polemica è sempre intervenuto personalmente, in meno di 24 ore, per dare una spiegazione. Sotto l'aspetto comunicativo è stato sempre impeccabile. E poi c'è da dire che, fin qui, ha fatto corrispondere i fatti alle parole».

Qual è stato finora il suo modus operandi? «Diciamo che è un presidente interventista, anche se lascia molta libertà d'azione al direttore sportivo. Il responsabile dell'area tecnica, già prima dell'arrivo di Figoli, era Michu (ex meteora del Napoli da calciatore), un idolo dei tifosi. L'imprenditore argentino ha avuto l'intelligenza di rispettare la sua figura e di non sostituirlo con un suo uomo. Anche perché Michu ha lavorato bene e sta continuando a farlo. È lui che si occupa del mercato e della costruzione della squadra, anche se Figoli vuole sempre essere informato su tutto».

Che progetto sportivo ha in mente di costruire e che bilancio può essere fatto? «La prima stagione, quella in cui arrivò a gennaio, ha fatto sognare la piazza e il Burgos ha sfiorato i playoff. Dopodiché, il presidente ha deliberato un aumento di capitale di tre milioni, non nascondendo l'obiettivo, a medio-lungo termine, di voler portare la squadra in massima serie. Già per la prossima stagione, valutando il mercato, ci sono buone speranze di fare un campionato di livello. La sua politica è di pescare giocatori giovani che possano portare il proprio contributo alla squadra e generare plusvalenze. Come in tutte le piazze ci sono persone contente e altre meno. Ma in linea di massima la tifoseria è soddisfatta del suo operato».

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