Chiara Rosa, l’immortale «Ma pronta a cambiare»

Cristina Chinello /PADOVA
La lunghissima estate vincente dello sport italiano è passata anche dalla Polonia, dove a fine maggio la Nazionale italiana di atletica ha ottenuto un risultato mai raggiunto prima, e dove un’atleta padovana ha aggiunto record ai suoi personali primati. A fine stagione Chiara Rosa, atleta nata a Camposampiero nel gennaio del 1983, campionessa indiscussa di getto del peso (con la squadra delle Fiamme Azzurre), traccia un bilancio più che brillante degli ultimi mesi. Individuale e di squadra.
Chiara Rosa, come ritiene che sia andata la sua stagione?
«Molto bene: ho vinto altri due titoli italiani Assoluti, superando il martellista Nicola Vizzoni per numero (lui 28, io 29), un record in una singola specialità, e primato anche per numero di titoli tricolori vinti consecutivamente all’aperto (dal 2005 al 2021). Non c’era mai riuscito nessuno. E ancora, in altre tre occasioni ho indossato i colori azzurri, settima atleta di sempre (55 le maglie totali): ai Campionati Europei Indoor individuali a Torun (Polonia). Quella è stata una grandissima soddisfazione perché me li sono proprio riguadagnati sul campo (lanciando a 17.40 metri, la miglior misura degli ultimi cinque). Poi c’è stata la Coppa Europa Invernale a Spalato (Croazia). Ma lo spartiacque secondo me è stato e il secondo posto al Campionato Europeo per Nazioni a Chorzow (Polonia), dove sono andata a ritirare l’argento, in quanto capitana della squadra azzurra».
Ci racconti.
«È stata una soddisfazione immensa, anche perché è stato il miglior risultato di sempre: abbiamo perso solo di due punti e mezzo, eravamo arrivati al massimo al quarto posto. A parer mio è stato questo l’inizio dello “switch” che ha fatto l’Italia dell’atletica leggera quest’anno, in quell’appuntamento è scattato un click mentale e di squadra che ha fatto bene a tutti. E infatti da lì sono partiti risultati incredibili. Io mi sono rimessa in gioco, ho motivato la squadra. Credo molto in questo ruolo: la capitana che c’è, che dà consigli, che capisce gli atleti giovani perché ci è passata prima. A loro dicevo e dico: “Sentitevi capiti”».
Dalle sue parole par di capire che quello di oggi sia un bilancio più che ottimo, insomma...
«Sono molto felice. Sono in un momento molto sereno, dopo questa estate così sportivamente italiana, al punto che mi è venuta voglia di seguire lo sport anche quando non gareggio. Ho quasi 39 anni però attualmente sono ancora la numero uno. Mi sto ancora allenando, vedrò cosa mi riserva il futuro».
Se eventualmente dovesse valutarsi?
«Le misure sono state buone, sono tornata ad allenarmi intensamente. Dopo l’esclusione dalle Olimpiadi di Rio 2016 non ho smesso solo perché non avevo un’alternativa pronta. I primi due anni sono stati tremendi. Poi, pian piano mi è tornata la voglia di gareggiare. Mi sono fatta seguire bene nella preparazione e ho fatto due anni molto intensi, tanto che forse non sono nemmeno stata del tutto ripagata in termini metrici, nonostante quella raggiunta sia stata una distanza di tutto rispetto. Ma purtroppo per andare all’olimpiade di Tokyo serviva un po’ di più».
Quali i suoi progetti per la prossima stagione agonistica?
«Nella stagione post olimpica bisogna ricominciare a fare progetti: io sono qui, sono pronta per valutare qualsiasi proposta: che sia fare l’atleta, che sia fare... qualsiasi altra cosa. Finalmente c’è stato questo atteso ricambio generazionale, ad eccezione di alcune specialità come ad esempio la mia, e la squadra è sicuramente pronta a riconfermarsi: l’anno prossimo ci sono Mondiali ed Europei, staremo a vedere. Io resto a disposizione come atleta. Nel frattempo mi sono laureata in Scienze motorie, sono istruttore di atletica leggera di primo livello e sto per fare un corso di sollevamento olimpico... Quindi sto continuando a formarmi e se ci sarà qualche possibilità mi farebbe piacere dare il mio contributo, ma allo stato attuale sono un’atleta e mi sto preparando in quanto tale». —
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