Citta, Perticone fa il coach con la figlia sul divano «Come si vince la partita?»

CITTADELLA

Abituati a vederlo intervenire in campo, fa specie ritrovarselo a casa, mentre si comporta come il più dolce dei papà con la piccola Giorgia, che ha un anno mezzo.

Eppure il Romano Perticone versione “social” è proprio così. Sino a qualche settimana fa si sarebbe detto che i suoi post sui social sono “virali”, ora meglio non usare quella parola, ma resta il fatto che in tanti stanno condividendo i messaggi del difensore del Citta.

In uno degli ultimi lo si vede mentre parla alla figlia, seduta sul divano di casa in mezzo alle bambole, come fosse una giocatrice in spogliatoio: «Ehi, cosa sono queste facce?», dice rivolgendosi al “gruppo”. «Siete stanchi? Ve lo dico io perché lo siete: perché continuate ad andare in giro, fate jogging, portate a spasso il cane, prendete il sole al parco. Come la vinciamo questa partita? Bisogna stare fermi. E tu che sei il capitano - rivolto a Giorgia - dovresti dare l’esempio». Tutti sono in ansia per questa emergenza. Perticone, che è di Melzo, periferia di Milano, con parenti a Codogno e una sorella dottoressa al San Raffaele di Milano, si mette in gioco. Il post fa seguito a un altro intervento apprezzato, quello che aveva battezzato come “il discorso alla squadra”.

«Dobbiamo mettere il noi davanti all’io e non saranno ammessi comportamenti superficiali da parte di nessuno. Questa partita è la più importante del campionato, contro una squadra che ha già dimostrato la sua pericolosità. Dobbiamo stare chiusi e stretti per poi ripartire. Immaginiamo la vittoria dopo il sacrificio, la gioia di abbracciarsi tutti a fine partita, il sapere di aver fatto il proprio dovere, di aver contribuito ognuno al massimo delle proprie possibilità al trionfo».

Ed è lui stesso che spiega: «Ho usato la lingua che conosco e conoscono tutti. Il calcio e la vita hanno in comune due regole fondamentali: non mollare mai e… non dimenticare la regola numero uno». —

Diego Zilio

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