Cittadella, a Frosinone ci vuole una scossa

CITTADELLA
Altri allenatori si nascondono, lui no. Magari, quello sì, lo fa nelle scelte di formazione, che, come il suo predecessore Venturato, si guarda bene dall’anticipare. Ma va riconosciuta una certa schiettezza a Edoardo Gorini. A precisa domanda, ovvero: dopo due sconfitte consecutive, la trasferta di Frosinone può essere uno spartiacque nella vostra stagione in un senso o nell’altro? Lui non esita a rispondere: «Certo che può esserlo. Per noi è una gara molto importante, perché un risultato positivo può incanalarci in un certo tipo di campionato, uno negativo potrebbe creare dei problemi e portare a qualche malumore in più. Siamo solo alla settima giornata, e questo non va dimenticato, di sicuro, però, vincere allo Stirpe sarebbe un ben segnale», precisa il tecnico del Cittadella, partito ieri in pullman subito dopo la seduta di rifinitura, portando con sé 23 uomini (non ci sono l’infortunato Mattioli e Icardi, quest’ultimo per scelta, mentre è disponibile Frare, che pure a inizio settimana lavorava ancora a parte). La squadra di Grosso si è dimostrata solida, tanto da poter vantare la retroguardia meno battuta del torneo a pari merito col Pisa, con soli 4 gol subiti.
«È una squadra molto equilibrata e brava a ripartire, perché ha giocatori di grande “gamba”. Indubbiamente ci attende di una trasferta insidiosa, ma noi cercheremo di fare la nostra gara, cercando a nostra volta di essere più equilibrati fra i reparti rispetto alle ultime uscite».
Effettivamente il dato dei gol incassati, già 10 per voi, dice che qualcosa non quadra.
«Questa settimana l’abbiamo dedicata soprattutto alla fase difensiva. Ma è un aspetto che dobbiamo curare sempre, perché se non l’alleni adeguatamente finisci col perdere subito meccanismi e distanze in campo».
Le distanze dipendono anche dal lavoro dei centrocampisti, a proposito: continuerà ad alternare Danzi e Pavan in cabina di regia?
«È un reparto importante, ma non sono solo i centrocampisti a darci l’equilibrio. Per come giochiamo noi, la fase difensiva parte dal lavoro degli attaccanti, perché se concediamo qualche metro con loro poi sono tutte le distanze ad allungarsi. Per quanto riguarda Danzi e Pavan, io conto molto su entrambi: prima di ogni partita si fanno duemila ragionamenti, considerando la loro settimana e le caratteristiche dell’avversario, ma in realtà ma non cambia molto se gioca uno o l’altro. Quello fra loro due è uno dei dubbi che ho, ma non è l’unico. Anche davanti sto facendo delle valutazioni».
Non è che vi allungate anche perché Okwonkwo, che pure in questo momento è l’uomo in più del Cittadella, cerca costantemente la profondità e vi spinge a lanciarlo anche quando dovreste tenere palla?
«È un’osservazione valida. Noi cerchiamo di sfruttare al meglio le caratteristiche dei nostri giocatori, ma in certi momenti dobbiamo capire che non dobbiamo sempre verticalizzare e che bisogna gestire la palla in modo diverso».
I cali di rendimento della ripresa la preoccupano?
«Il calo riguarda solo le ultime due giornate ed è stato più evidente col Lecce, mentre col Benevento siamo rimasti in partita fino al 3-1. —
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