«Cittadella, la voglia di Serie A resta forte ma adesso è meglio non pensarci troppo»

L’allenatore Venturato fa il punto con il campionato ormai alle porte: «Inutile nascondere che le aspettative della piazza siano molto cresciute dopo la passata stagione. Dobbiamo partire con il piede giusto, senza dare niente per scontato»
PRANDI - FOTOPIRAN - CITTADELLA - CITTADELLA CARPI COPPA ITALIA VENTURATO
PRANDI - FOTOPIRAN - CITTADELLA - CITTADELLA CARPI COPPA ITALIA VENTURATO

l’intervista



Mister Roberto Venturato, che etichetta diamo alla nuova stagione, la sua quinta consecutiva sulla panchina del Cittadella, la quarta tra i cadetti dopo tre campionati conclusi con la partecipazione ai playoff? Di consacrazione definitiva, di riscatto, di voglia di stupire ancora?

«Mi rendo conto che questa non sia un’annata semplice proprio per quanto ottenuto nell’ultima, con la disputa della finale per salire in Serie A, e in generale nell’ultimo triennio. Quando le aspettative sono più alte, le cose si complicano un po’, per cui penso che dovremo affrontare il torneo con una determinazione maggiore rispetto al recente passato. Avere la capacità di azzerare e ripartire non è scontato, eppure per noi è fondamentale. Riuscire a scattare dai blocchi con l’atteggiamento corretto, di una squadra consapevole che tutto va costruito e che deve mettersi in discussione, è la base per ottenere risultati importanti».

Che Serie B si aspetta?

«Un campionato assai competitivo, con difficoltà più alte, rose molto complete, squadre ambiziose».

Anche quest’estate è andata in scena una rivoluzione o quasi (12 mesi fa furono 14 i neo-arrivati, adesso con Luppi siamo a 10), tuttavia, a giudicare dai risultati, sembra proprio che la vostra “filosofia” paghi. O pensa di incontrare maggiori difficoltà rispetto agli anni passati? (l’allenatore sorride)

«Abbiamo fatto qualcosa di significativo sin qui dal punto di vista del gioco e della capacità di saperci identificare in un determinato sistema. Oggi cominciamo ad avere o intravvedere idee in più rispetto all’inizio della stagione. Nei tre anni precedenti, purtroppo, sono stati buttati al vento, in alcuni momenti, punti pesanti, che ci avrebbero consentito di ottenere di più alla fine. Questo per poca scaltrezza e poca capacità di saper leggere ed interpretare determinate situazioni, in particolare sulle palle da fermo. Sono quei dettagli che fanno la differenza, così come dobbiamo migliorare e aumentare il possesso palla. Credo molto nel saper verticalizzare il gioco, nel provare ad attaccare e cercare il gol, avere una squadra che, in una parola, sappia offendere. Le vittorie nelle due partite di Coppa Italia, anche l’ultima in modo rocambolesco, rientrano nel discorso appena fatto. Bisogna crescere, però, perché chi crea come abbiamo costruito noi deve vincere al 90’, non subìre il 2-2 e arrivare sino ai rigori. Concretezza e scaltrezza sono due aspetti fondamentali, e vanno migliorate. Per quanto riguarda i cambiamenti nella rosa, a Cittadella può succedere che chi è qui veda a un certo punto un’opportunità per andare a giocare in piazze più importanti o che ritiene più importanti e sia lasciato andare. Per contro, chi rimane deve avere grandi motivazioni e credere in questo modo di lavorare. Il mestiere dell’allenatore è quello di trovare soluzioni».

Parliamo dei singoli. Sostituire Settembrini e Schenetti, due pilastri del precedente gruppo, non sembra tanto scontato...

«Premesso che la mia idea è sempre il 4-3-1-2, ma che voglio che siano in 10 a difendere e in 10 ad attaccare, sicuramente Schenetti e Settembrini sono stati giocatori importanti, ma credo che l’organico messomi a disposizione sia comunque competitivo. Vita ha caratteristiche simili a quelle di Settembrini, per esempio, e sono fiducioso nelle qualità di chi è stato preso».

E Paleari? Resterà o andrà via?

«Ha richieste perché ha fatto bene. È un portiere che fa comodo avere, ma del mercato non mi occupo. Sin quando è qui, è il titolare, anche se sono molto soddisfatto della crescita di Maniero».

Si comincia con lo Spezia, poi si va a Benevento...

«Ecco, preoccupiamoci delle due prime sfide. Affrontiamo avversarie che, come noi, hanno disputato gli ultimi playoff, entrambe assai competitive. Non sarà semplice giocarci contro».

Alla fine, se l’ex promotore finanziario dovesse puntare sul Cittadella, quanti soldi investirebbe?

«È un dato oggettivo che le aspettative intorno a noi si siano alzate da parte di tutti (già 2.500 gli abbonati, ndr), non lo possiamo nascondere. La difficoltà sta nel non perdere la dimensione in cui lavoriamo. Lasciamo perdere gli investimenti...».

Sia sincero, alla Serie A ci pensa e si augura di raggiungerla con il Citta?

«Sicuramente la voglia di arrivarci c’è ed è molto forte, non l’ho mai negato. Ma è meglio non pensarci troppo, adesso contano solo le partite, una dopo l’altra». —



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