Cittadella, Michelini ha solo trent'anni ma è l’uomo dei conti: «Gabrielli e Marchetti mi rendono la vita facile»

L'amministratore delegato della società granata non si offende se si dice che il merito principale dello spaventoso aumento dei ricavi nel 2001 (da 6 ai 16 milioni) è del direttore generale Marchetti

CITTADELLA. In casa Cittadella il merito principale (senza che nessuno si offenda) dello spaventoso aumento dei ricavi nel 2001 (da 6 ai 16 milioni) è del direttore generale Stefano Marchetti. Il motivo è presto detto: le cessioni di Iunco, Ardemagni, Pettinari e Cherubin hanno portato nelle casse granata plusvalenze straordinarie. Ma oltre al grande fiuto degli affari di Marchetti, c’è un uomo (anzi un ragazzo) che lavora nell’ombra mediatica ma ha un’importanza strategica non indifferente nella società granata. È Mauro Michelini che, pur avendo solo 30 anni, da aprile 2010 è amministratore delegato del Cittadella.

«Sì, è una bella responsabilità», spiega il giovane laureato in economia. «Ma devo dire che il presidente Gabrielli e Marchetti mi rendono la vita molto facile. Il merito dei consistenti ricavi va alla gestione oculata del direttore generale, capace di fare grandi affari pur restando sempre nei limiti del budget che gli viene messo a disposizione». Dica la verità: mai e poi mai Marchetti vi ha chiesto un piccolo sacrificio per sforare il budget? «No. La nostra filosofia è semplice ed è sposata da tutti: garantire dei buoni risultati sportivi attraverso un’oculata gestione economica e finanziaria. Non c’è nessun segreto, basta solo rispettare i piani senza sgarrare».

Cittadella, dunque, come esempio da seguire anche per l’oculatezza con la quale viene programmato il futuro. «Per prima cosa», continua Michelini. «C’è da sottolineare che gli utili non vengono mai redistribuiti tra i soci. Ogni volta che si chiude un bilancio in attivo, il guadagno viene reinvestito all’interno della stessa società in modo da attingere dalle nostre casse per qualsiasi operazione si voglia fare». Uno dei dati più significativi, che stride con quel che è il trend non solo del calcio italiano ma anche mondiale, vede il Cittadella non avere nemmeno un euro di debiti con le banche. «Ci sosteniamo da soli, guardando sempre al futuro. Con i ricavi che abbiamo ottenuto nel 2011 abbiamo finanziato, grazie anche all’aiuto del Comune, la costruzione del campo sintetico attiguo al Tombolato e questo l’abbiamo sottolineato nell’ultimo bilancio chiuso proprio oggi (ieri ndr). Non pensiamo solo al presente, vogliamo dare il futuro più roseo a questa società».

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