Padova al primo test per una nuova mentalità di crescita

Leandro Barsotti

Nel cuore c’è ancora l’eco felice della vittoria del campionato. Ma che succede dopo? Lasciamo stare i piani societari, e stiamo sui giocatori che oggi tornano in campo per misurarsi con le altre due vincitrice dei gironi di C: oggi l’Avellino, poi ci sarà l’Entella. Avversari forti, ma si gioca senza la pressione di vincere a tutti i costi. Si alleggerisce la testa e si torna a misurare il talento dei singoli e di squadra. Ci sono due tipi di mentalità che guidano il comportamento dei team vincenti: la mentalità fissa e la mentalità di crescita.

Per una squadra che ha appena vinto, il rischio è di scivolare in una mentalità fissa. Il successo passato potrebbe portare a credere che la vittoria sia una conseguenza delle capacità del gruppo. Questa convinzione, però, può rivelarsi un ostacolo pericoloso. Nella mentalità fissa, l'obiettivo è apparire "vincenti" agli occhi degli altri. Affrontare sfide più grandi in un campionato superiore può generare la paura di "smascherare le proprie lacune" o di sentirsi non all'altezza. Di fronte a un ostacolo o una battuta d'arresto, la reazione tipica può essere quella di pensare di "non essere bravi in questo". Vedere altri squadre non come fonti d'ispirazione, ma con gelosia. La priorità diventa apparire vincenti a tutti i costi, portando potenzialmente a ridurre il proprio campo d'azione a ciò in cui si è sicuri di riuscire: ovvero meglio eccellere in serie C che non eccellere in serie B.

Al contrario, una squadra con una mentalità di crescita vede la vittoria del campionato passato non come la destinazione finale, ma come il risultato di un processo di sviluppo. Per affrontare il campionato successivo, l'approccio è diverso.Nella mentalità di crescita, l'idea è: «Perché sembrare talentuoso quando potrei impegnarmi per diventarlo di più?». Questo si ottiene accettando le sfide, considerandole opportunità per crescere. Le sconfitte e le difficoltà non sono viste come la prova di non essere abbastanza bravi, ma come occasioni di apprendimento. Si impara dagli errori, si analizzano, si correggono. Si guarda agli avversari più fortivcon l'idea di imparare.

Come si coltiva concretamente questa mentalità? È fondamentale che il messaggio e i valori vengano promossi dal vertice, quindi dallo staff tecnico e dalla dirigenza. La nuova filosofia deve valorizzare l'accettazione delle sfide, il lavoro di squadra, la condivisione delle conoscenze e l'assunzione di rischi "ragionevoli" in campo .

È cruciale spostare il focus dalle lodi sul "talento" a un apprezzamento per il processo. Per questo oggi si gioca ad Avellino affinchè il viaggio continui: chi vuole crescere lo dimostrerà in queste ultime gare, che saranno un test interessante non per il risultato ma per l’atteggiamento. —

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