Dalle granate allo swing Ecco TrackMan

SELVAZZANO. Dai campi di battaglia ai campi dello sport, il TrackMan sta rivoluzionando il modo di insegnare il golf. «Nato in Danimarca come radar per ottimizzare il lancio di granate belliche» racconta Niccolò Bisazza, «è stato per fortuna convertito a uso civile e sta prendendo sempre più piede rivelandosi uno strumento indispensabile per noi professionisti». Originario di Vicenza, 45 anni, una laurea in economia nel cassetto, Nick Bisazza è un cultore delle nuove tecnologie legate allo sport che ha cominciato a praticare da ragazzino sul campo degli Alberoni, mettendo assieme una bella serie di vittorie prima di dedicarsi all’insegnamento. Assieme a Maria Paola Casati, altra campionessa che da dilettante ha scritto il suo nome sui più importanti albi d’oro, e ai giovanissimi Marianna Causin e Massimo De Vidal, Nick è maestro al Golf della Montecchia.
Lo scorso novembre Casati e Bisazza hanno seguito in Svizzera, alla TrackMan University, il corso che insegna per usare al meglio questo radar nel loro lavoro, e all’inizio dell’anno al circolo di Selvazzano è arrivato l’atteso strumento tecnologico. Il TrackMan ha l’aspetto di una tavoletta e una volta in funzione registra i numeri di ogni colpo di golf, dal drive al ferro, dal wedge all’ibrido, trasmettendo tutti i dati al computer collegato (anche tablet o smartphone). Il professionista deve poi interpretare la descrizione completa e perfetta del volo della palla: l’angolo di attacco, la direzione del movimento, l’inclinazione della faccia del bastone al punto di massimo impatto, la lunghezza del tiro, lo spin impresso, l’esatto numero di giri. «Con due vantaggi innegabili» spiega Bisazza «le misurazioni non sono opinabili, non si può cioè dire secondo me il tiro è stato così o colà. È stato così e basta. E poi sono misurazioni efficaci perché attestano tutto quello che determina il volo. Spetta alla bravura del professionista capire il significato di questi numeri e saperli utilizzare per far crescere l’allievo«. «La macchina registra infatti quello che l’occhio da solo non potrà mai vedere» aggiunge Maria Paola Casati «e ci siamo accorti che i dati spesso smentiscono alcuni dogmi dell’insegnamento, alcune certezze di fronte ai numeri non sono più tali. E questo aiuta molto l’ apprendimento». Ma il TrackMan è anche qualcosa di più. Basta accoppiarlo a un proiettore e a un computer che abbia in memoria una serie di percorsi golfistici per avere il golf indoor: il giocatore effettua lo swing, il radar registra il colpo e mostra sullo schermo il risultato, facendo avanzare l’immagine fino al punto esatto in cui la palla virtuale sarebbe caduta se il gioco si fosse svolto all’aperto. «Così» scherza Bisazza «dal prossimo inverno non dovremo più congelarci in campo». Utile per il gioco dei dilettanti di Montecchia, il TrackMan si sta rivelando indispensabile per i professionisti. Negli Stati Uniti non ne possono più fare a meno il supercampione Tiger Woods e molti protagonisti dell’Us Tour, mentre da noi lo usano stabilmente a Torino i tre big azzurri Matteo Manassero, Edoardo e Francesco Molinari.
Ma quanto costa, e quanti ce ne sono in Italia? «Si parte da 18 mila euro» risponde Nick «e non sono ancora molti. Oltre al nostro a Montecchia, che ha migliorato anche il gioco del giovane pro Quintarelli, e a quello di Torino, ne ha uno la Federazione, un altro lo gestisce mio fratello Federico a Modena, un altro ancora l’ha preso a Reggio Emilia il circolo Matilde di Canossa». Un sesto sta per arrivare proprio in questi giorni a Villa Condulmer, alla Ret School dei Trentin. Sei su un totale di 344, stando ai dati del produttore danese: 184 nelle Americhe, 142 in Europa e 18 in Asia.
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