Di Marzio, da Padova allo scoop mondiale su Guardiola

Il giornalista di Sky, esperto di calciomercato, racconta il suo colpo e ci anticipa le prossime mosse, da Kakà a Balo

Continueranno anche a bacchettarci per le nostre diatribe politiche ed economiche, ma c’è poco da fare: quando si parla di calcio l’Italia batte sempre (o quasi) la Germania. In tutti gli ambiti, anche giornalistici e prova ne ha dato la settimana scorsa Gianluca Di Marzio, fuoriclasse del calciomercato. È stato proprio il giornalista di Sky, nato a Castellammare di Stabia ma padovano di adozione, a dare uno scoop mondiale, annunciando in anteprima l’accordo faraonico tra il tecnico Pep Guardiola e il Bayern Monaco.

Com’è nato l’intrigo?

«Il 7 gennaio Mario Giunta, giovane giornalista di Sky, mi chiede di verificare un presunto incontro tra il catalano e il Bayern a New York», spiega Di Marzio. «Da lì partono tutti gli accertamenti del caso finché arriva la fonte giusta: accordo fatto, Pep andrà in Germania».

E lei lunedì scorso la “spara” su Sky.

«Sì, mi fidavo ciecamente. Il giorno dopo, ovviamente, sono fioccate le smentite, ma non ho mai tentennato: ero sicuro che la pista fosse quella corretta. Mi hanno chiamato tv spagnole e tedesce. Da Monaco volevano sapere le mie fonti. Incredibile, non ci credeva nessuno. Ma ovviamente non ho rivelato la “gola profonda”».

Mercoledì arriva l’ufficialità.

«Marca Tv mi ha chiesto scusa, dalla Germania mi ha chiamato anche l’emittente concorrente di Sky. Ho ricevuto complimenti da tantissimi colleghi, anche da chi mai aveva professato stima nei miei confronti. Su Twitter hanno elogiato il mio lavoro anche la prima firma sportiva del New York Times e quella di Sport Illustrated. Queste sono state soddisfazioni enormi».

Un premio per quasi dieci anni di carriera nazionale, in cui il calciomercato è radicalmente cambiato. Dagli affaroni dell’era d’oro all’ultima epoca di stenti. Come ci si muove adesso?

«Per noi cronisti la faccenda si è complicata. Ci sono pochi affari ed è molto più dura rintracciare notizie. Se non si vuole inventare nulla, trovare sempre qualcosa di nuovo è un’impresa».

Quanto si è fatta importante la figura del procuratore?

«Più che i procuratori, a fare il mercato adesso sono gli intermediari internazionali, che stanno quasi sostituendo i direttori sportivi. Spesso un presidente si rivolge direttamente ai cosiddetti agenti Fifa, spiegando che tipo di giocatori sta cercando. Gli intermediari si muovono sul fronte mondiale, offrono un ventaglio di nomi e se l’affare va in porto si guadagnano la provvigione sul trasferimento. Come un agente immobiliare, per intenderci, senza curare nello specifico gli interessi di determinati calciatori».

Tre nomi caldi del mercato che sta per concludersi: Kakà, Balotelli e Sneijder. Chi resta e chi parte?

«Kakà al Milan si fa. Credo che il brasiliano, anche in ottica mondiale 2014, alla fine possa rinunciare a qualche migliaia di euro pur di tornare a giocare, invece che svernare in panchina come accade a Madrid. Balotelli resta al City, almeno fino a giugno. Gli emiri non intendevano svendere Tevez, figuriamoci Mario. Se ne riparlerà la prossima estate. Sneijder accetterà la proposta del Galatasaray (infatti il club turco nella serata di ieri ha annunciato di aver trovato l’accordo) anche perché è l’unica offerta che ha ricevuto. Prima cercherà una lauta buonuscita dall’Inter. Vorrei aggiungere un’altra cosa però...»

Prego.

«Tanti mi chiedono come fare per diventare giornalista. Io rispondo sempre che la palestra migliore è iniziare dalle testate locali. Si impara tutto e io devo molto a Telenuovo».

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