«Diete assurde ai piccoli atleti per rientrare nei limiti di peso»

L’allarme parte dalla Federazione veneta di judo, karate e lotta: «Troppi istruttori le consigliano, ma a quelle età possono essere pericolosissime»

MESTRE. Non è odioso come il doping, ma altrettanto pericoloso per bambini e ragazzi. L’invito alle diete scriteriate per restare nei limiti di peso delle categorie degli sport da combattimento purtroppo esiste, da parte di alcuni istruttori, ed ecco che dalla Fijlkam veneta parte un appello alle famiglie e alle società per fermare una pratica che potrebbe causare anche danni allo sviluppo dei ragazzi. A lanciarlo è Giuseppe Casellato, mestrino, presidente del Comitato regionale che unisce le società impegnate in judo, karate e lotta. Circa diecimila tesserati, molti dei quali agonisti, tantissimi Under 21: ed è proprio qui che si inserisce il problema. «La mia non vuole essere una caccia alle streghe, e neppure un attacco verso qualcuno in particolare», afferma Casellato, «Semplicemente voglio sollevare le coscienze di fronte a qualcosa che potenzialmente è molto pericoloso. Negli ultimi tempi alcune famiglie si sono rivolte a noi della Fijlkam, segnalandoci casi di istruttori che appunto consigliano diete rigidissime o cose simili per non uscire di categoria di peso. Il fatto è che i ragazzi crescono, è del tutto normale, specie se hanno 10-12 anni, e su queste cose non si può scherzare, ne va della loro salute. Noi, come federazione, non possiamo intervenire direttamente. Ma mi chiedo: i genitori non possono reagire subito e comprendere che una dieta scriteriata è pericolosa?».

Giusto per restare in tema, domenica a Mestre è stato disputato il “Memorial Rossato” di judo, gaara che rientra nel circuito regionale Esordienti A. La Fijlkam veneta ha deciso che per tutte le gare da settembre a domenica scorsa, nell’arco di sei mesi, i ragazzi e le ragazze di 12 anni possono cambiare senza problemi categoria in base alle loro naturali modificazioni del peso, e dovute alla crescita. Solo nelle prossime tre prove, da qui a giugno, le maglie si restringeranno. «Questo proprio per evitare situazioni limite», aggiunge Casellato. «In tre mesi è difficile che possano esserci grandi variazioni di peso, quindi per le prove di Montebelluna, Pederobba e Cittadella si seguirà un percorso più standard. Ma solo in questo circuito abbiamo oltre cento atleti di 12 anni e vanno salvaguardati a prescindere, anche ci fosse il minimo dubbio di pratiche pericolose».

Nomi e cognomi non se ne fanno, ma l’appello sì, ed è forte quello del presidente Casellato: «Le famiglie devono vigilare, brave quelle che ci hanno contattato, ma qualcosa non quadra. La gente deve capire che non è importante diventare campioni, ma partecipare con spirito agonistico felice e sorridente. Certo che si partecipa anche per vincere, ma bisogna saper accettare la sconfitta. Le scorciatoie sono facili, però alla fine fanno male. Noi insegniamo prima di tutto educazione e rispetto per l’avversario. Nel judo addirittura a non farsi male imparando a cadere. Si impara a cadere per rialzarsi, nello sport dopo una sconfitta ma anche nella vita».

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