Vincenzo Italiano, dal Padova al trionfo con il Bologna
Tre stagioni in maglia biancoscudata, in cui è riuscito a togliersi qualche soddisfazione, con il rammarico di non aver però contribuito a realizzare il sogno di un’intera città: quello della Serie A

Adesso sì, ce l’ha fatta. Finalmente, è proprio il caso di dirlo. Sullo sfondo, un’esperienza con la maglia del Padova, durata tre stagioni, in cui Vincenzo Italiano è riuscito a togliersi qualche soddisfazione, con il rammarico di non aver però contribuito a realizzare il sogno di un’intera città: quello della Serie A.
Che il ruolo di guida tecnica potesse essere il suo dopo, una volta appese le scarpette al chiodo, lo si era già capito durante la sua carriera da calciatore, spesa anche in un triennio positivo vissuto in maglia biancoscudata.
Iniziato con una salvezza in Serie B, dopo il playout vinto contro la Triestina e in uno stadio come il Nereo Rocco, che genera quella giusta adrenalina agonistica già prima di scendere in campo.
Un bellissimo quinto posto conquistato l’annata successiva, con approdo in A sfumato per colpa di una finale playoff persa contro il Novara. Una delusione tremenda, che Vincenzo e i biancoscudati non sono riusciti a cancellare l’anno dopo, colpa di un settimo posto che ha negato ai padovani la possibilità di tornare a rigiocarsi il salto nella massima serie.
Gira e rigira dopo l’infelice esperienza di Venezia in C, vissuta da vice di Alessandro Dal Canto, il destino ha di nuovo riunito Italiano e Padova sotto lo stesso tetto, in quello che rappresentò il primo vero passo di un percorso sempre in crescendo, con la Coppa Italia vinta con il Bologna, che gli ha permesso di conquistare il primo trofeo della sua carriera d’allenatore.
Un’avventura da condottiero della panchina iniziata nelle giovanili della Sacra Famiglia, società di un quartiere di Padova, in cui Vincenzo mosse i primi passi nel ricoprire un ruolo, che già sembrava essere nelle sue corde, quando si è trovato a dirigere il centrocampo del Padova durante le gestioni di Sabatini, Di Costanzo, Calori e Dal Canto.
Il resto è storia nota, con le esperienze bellissime di Trapani, La Spezia e Firenze, unite ad un’altra finale di Coppa Nazionale e le due di Conference League. La sensazione è che a Vincenzo, a conclusione della sfida dell’Olimpico contro il Milan, sarà ritornato in mente l’avvio di un percorso da tecnico contrassegnato tra tante incognite e con il rischio che non potesse mai trasformarsi in una vera e propria parabola ascendente.
Destino ha voluto di come è riuscito a farcela, con la speranza che l’esperienza di Bologna possa rappresentare il vero trampolino di lancio verso mete più ambiziose. Società rossonera che sembra aver identificato in lui il profilo ideale nell’opera di ricostruzione una squadra reduce da una stagione negativa e che nella prossima non disputerà nessuna competizione europea.
Da un piccolo quartiere padovano, fino ad arrivare ad una big del calcio italiano o internazionale. Ormai non ci sono più dubbi: sembra essere questa la prossima missione del Vincenzo Italiano allenatore.
Con la possibilità reale e concreta che possa rimanere in Emilia almeno per un’altra stagione, prima di svettare definitivamente il volo.
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