Doping, Bolt rischia un’oro olimpico

KINGSTON. Di nuovo l'ombra del doping sui velocisti della Giamaica. Detto che Usain Bolt continua ad attraversare indenne ogni controllo, compresi quelli retroattivi, è diventata ufficiale la notizia, finora solo una voce, che il medagliato giamaicano positivo ai nuovi test sui flaconi di Pechino 2008 è un altro dei componenti della staffetta 4X100 che vinse l'oro a ritmo di primato del mondo.
Si tratta di Nesta Carter, uno che con il quartetto dell'isola caraibica l'oro olimpico lo ha vinto anche a Londra 2012 e ha trionfato anche ai Mondiali del 2011, 2013 e di un anno fa a Pechino.
Carter è risultato positivo per metilexaneamina, uno stimolante, e ora si attende il risultati delle controanalisi del campione B.
In caso di positività confermata, la staffetta giamaicana sarebbe declassata con la cancellazione del titolo dell'Olimpiade cinese e del record del mondo ottenuto in quella circostanza (37”10).
La cosa ovviamente toccherebbe anche Bolt, perché perderebbe uno dei sei ori olimpici conquistati tra Pechino e Londra, notizia che non gli farà assolutamente piacere. Diventerebbe un pò meno leggenda per colpe non sue, ma questi sono i casi dell'atletica: in staffetta la positività di uno fa perdere la medaglia anche agli altri.
Ne sanno qualcosa i componenti del quartetto Usa che nella 4X100 fu argento a Londra 2012, che poi vennero cancellati per i problemi con il doping di Tyson Gay.
Insomma, anche nel mondo dell'atletica non c'è pace visto che certe ombre continuano a essere presenti. Al punto che anche ieri, nel corso delle riunioni dell'esecutivo del Cio a Losanna, si è parlato della presenza o meno a Rio 2016 della squadra russa, e si è deciso di prendere ancora tempo. Ma certamente tutto quanto sta succedendo non giova all'immagine e alla credibilità di uno sport che ne ha sempre meno, anche se cerca di fare di tutto per proteggere coloro che, fino a prova contraria, sono puliti. E intanto ci rimette anche Bolt, anche se non c'entra.
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