E' il giorno di Padova-Pescara, stasera la grande sfida

PADOVA. Un altro anticipo di campionato, e che anticipo, trattandosi di una diretta concorrente nella corsa alla serie A. Una settimana fa il Padova ha lasciato l’intera posta in palio e una buona dose di recriminazioni sul sintetico di Castellammare di Stabia, allungando la lista dei rimpianti per una stagione vissuta senza quella continuità di risultati necessaria a ribattere colpo su colpo agli agguerriti rivali. Stasera, contro il Pescara delle meraviglie di Zeman, caduto in crisi nelle ultime settimane ma pur sempre attestato in una posizione non troppo distante dal vertice, affronta il primo di quattro impegni che daranno una risposta definitiva sulle sue possibilità in chiave playoff. Dopo gli abruzzesi, avrà, nell’ordine, Grosseto (fuori), Sassuolo (all’Euganeo) e Torino (ancora fuori). Unciclo di fuoco, da cui ci auguriamo che esca con il massimo profitto e danni minimi, anzi, ad essere sinceri, con nessuna conseguenza negativa.
È un Padova che ha bisogno di essere sostenuto e incoraggiato nella sua rincorsa all’obiettivo minimo indicato l’estate scorsa dallo stesso allenatore (i playoff), anche perché mai come stavolta la terra scotta sotto i piedi. Il quinto posto non è più tale, ma in caso di successo ritornerebbe ad essere una prerogativa dei nostri, e soprattutto serve un colpo d’ala per rintuzzare il possibile rientro della Sampdoria, ora a due lunghezze da Bovo e compagni.
Di modulo e scelte di formazione, a questo punto, c’è poco da disquisire, la speranza è che Dal Canto azzecchi gli uomini giusti per approfittare degli eventuali errori dell’avversario, fortissimo dalla metà campo in su ma che in difesa concede molto, con la tattica non sempre azzeccata del fuorigioco. Velocità, spirito di sacrificio e soprattutto pressing, lo stesso che, tanto per andare indietro con la memoria al 12 novembre scorso, risultò efficace per arginare la scatenata formazione di Zeman e costringerla al pari: sono alcune delle armi che potrebbero fare al caso in un confronto dove ci sarà sicuramente da divertirsi.
Attenti, però, a non incappare nelle leggerezze costate punti e delusioni solenni: raccomandazione da rivolgere in primis alla retroguardia, dove, per l’assenza di Legati, squalificato, si annuncia il ritorno di Portin, giocatore solido e prestante, ma non un fulmine di guerra quando bisogna contrastare gente veloce e guizzante. E il Pescara conta su peperini come Insigne e Caprari, per non parlare di Immobile.
Prepariamoci ad un venerdì di passione, una costante ormai con i biancoscudati, ma anche di emozione per Piermario Morosini, al quale sarà dedicato un minuto di silenzio. Ieri a Bergamo, testimoni oculari della grande partecipazione di folla al suo funerale, abbiamo visto la delegazione padovana affranta e sconsolata. Per molti di questi ragazzi l’amicizia instaurata grazie al calcio è un valore aggiunto ad una vita fortunata. E quando perdi un amico, e nel modo in cui lo hai perso oltretutto, è inevitabile subire uno choc e fermarsi a riflettere. «Alle volte pensiamo a vere e proprie stupidaggini», commentava a voce bassa Vincenzo Italiano, «e quando succede una cosa del genere, non puoi non interrogarti. Piermario ci ha dato un esempio: vivere in un altro modo, con la serenità e il sorriso che lo hanno sempre contraddistinto».
Vero, basta poco alle volte per rivedere un proprio clichè ed essere più semplici e disponibili con gli altri. Morosini, nella sua breve ma intensa esperienza biancoscudata, non è mai andato sopra le righe. Ricordiamocelo, nel momento in cui lo saluteremo con un lungo applauso.
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