È l’ora del footgolf Scarpe da calcetto per mettere la palla in buca con i piedi

Martellago
Si parte dalla buca numero 1 per arrivare alla 18. Per vincere occorre mettere in buca la palla in meno colpi possibili. Ma nel cercare la precisione non si usa una mazza, un driver o un legno da fairway, ma il proprio destro o sinistro, e un paio di scarpe da calcetto da usare rigorosamente sul green. Non è golf, ma footgolf. E a Martellago la scorsa settimana è ripartito il circuito Nord-Est con la seconda tappa, la prima nel dopo Covid-19.
Al golf club “Cà della Nave” di Martellago erano oltre 90 i partecipanti, provenienti non solo dal Veneto, i quali hanno impiegato ciascuno due e ore e mezza per completare le 18 buche, partendo a gruppi di quattro dalle 15.15 in poi. E al termine a vincere con -6 sul par (il numero di colpi indicato per completare con precisione il percorso, che in questo caso era 72) è stato Roberto Carbone, categoria assoluto, del Footgolf Trentino. Alle sue spalle Loris Marsotto, categoria senior, con -5, del Footgolf Legnago e terzo è arrivato Fabio Brescacin, assoluto, del Footgolf Treviso, con -4, risultato che condivide con il Supersenior Giuliano Geti del Reggio Emilia Footgolf e con il suo compagno di squadra, il trevigiano Davide Baldini, entrambi scavalcati in classifica per una maggiore precisione. Da sottolineare l’ottima prestazione di Martina Quintarelli del Garda Lake Footgolf, prima delle Ladies e sesta assoluta con -3 sul par.
UNA TAPPA RIUSCITA
Una tappa riuscita, quindi, favorita anche dal bel tempo che ha contraddistinto tutta la gara, e organizzata dalle associazioni Footgolf di Treviso, Padova, Verona e Bassano e organizzata in seno alla Lega Nazionale Footgolf. Con il Footgolf Rigomma Venezia a fare da padrone di casa. Così sono proprio gli organizzatori che ci introducono a questa nuova disciplina che, come spiega Andrea Zanardo del Footgolf Padova, non ha ancora il riconoscimento ufficiale del Coni. «La federazione a cui si appoggerà il footgolf sarà inevitabilmente la Federazione italiana Golf, ma per ora se ne sta solo discutendo, e so che il suo riconoscimento è all’ordine del giorno del consiglio federale». Per tutti i partecipanti l’approccio al footgolf è stato un colpo di fulmine. «Ho iniziato quasi per caso, quando qualche anno fa mi ero avvicinato al golf. Una sera, casualmente, per scaricare le regole del golf stesso mi sono imbattuto nel footgolf e per me, ex calciatore, giocare con un pallone in campi magnifici come quelli dei golf club, come potrebbe essere Cà della Nave, era la disciplina ideale. Così l’8 dicembre del 2014 ho disputato la mia prima gara al golf club di Montecchia e adesso faccio parte del Footgolf Padova che conta una trentina di iscritti tra gli under 18, gli assoluti, gli over 45, 50 e 55. Ci mancano le Ladies, anzi colgo l’occasione per dire che, se qualche appassionata volesse avvicinarsi a questa nuova disciplina, può visitare la nostra pagina Fb».
TREVISO, PRIMO NATO IN VENETO
Stessi numeri per il Footgolf Treviso, ma con l’orgoglio di essere stati i primi nati in Veneto. «Siamo nati nel 2014 e siamo una trentina di iscritti circa», esordisce Jury Piovesan, presidente dell’associazione sportiva della Marca. «Equamente distribuiti - continua Piovesan - tra giovani, esperti, donne e uomini. Ho conosciuto il footgolf nel 2013 in quel di Pavia. Era una giornata piovosa, quasi nevicava, ma è stata passione a prima vista. Da lì ho coinvolto alcuni amici e siamo partiti con un’associazione sportiva dilettantistica sino ad arrivare ai numeri attuali. Sono stato il primo a portare questa disciplina dalle nostre parti. Si giocava molto tra Liguria, Toscana e Piemonte, ma noi siamo stati la prima associazione in Triveneto, un movimento che adesso può contare varie altre realtà come quelle presenti qui a Martellago e circa 300 atleti che sono impegnati ogni sabato e domenica in qualche competizione, mentre quando ho cominciato io al massimo gli appuntamenti annuali erano quattro o cinque».
Le ultime battute sono riservate al Footgolf Rigomma Venezia. «Sono tre anni che ormai gioco a questo bellissimo sport», comincia Nicola Dal Corso, segretario dell’associazione veneziana. «Quello che più mi piace è che una bella alternativa per chiunque abbia giocato a calcio o calcetto, perché ti permette di partecipare a delle gare in posti magnifici. Non giocavo a calcio da molto tempo e un giorno un amico mi ha convinto a partecipare a una gara. Anche per me è stato amore a prima vista e nel 2017, con cinque amici, ho iniziato a girare per le gare che venivano organizzate sino a costituire l’asd lo scorso anno con alla presidenza Stefano Casotto. Adesso siamo una ventina di iscritti, e numeri in crescita». Tutti i protagonisti poi pronti a partire dalla buca numero uno, non prima però di una sessione di riscaldamento e di concentrazione necessari per affrontare le due ore e mezza di gara. Riscaldamento utile a evitare complicazioni quando nello swing iniziale (la rincorsa prima di calciare il pallone il più lontano possibile in un par 5 che può anche essere lungo 270 metri) la battuta è simile a quella di un portiere di calcio a 11 che rimette da fondo campo, stessa potenza e maggiore concentrazione perché, come nel golf, tutte le tecniche di avvicinamento alla buca prevedono l’assoluto silenzio per poterle compiere nel minor numero di colpi possibile. —
Alessandro Torre
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