Erika Buoso da Anguillara è la regina del Sahara

ANGUILLARA VENETA. Una trentasettenne di Anguillara Veneta, istruttrice di fitness a Conselve, trionfa alla Sahara Marathon 2016. La corsa di 42 chilometri tra i campi profughi della popolazione Sarahawi vede tra i promotori il padovano Rubens Noviello della società Boomerang Runners di Ponte San Nicolò che quest'anno è riuscito a portare al via da Tindouf una ventina di atleti padovani. Erika Buoso, la dominatrice della gara che ha attraversato tre campi profughi nella zona occidentale del deserto, è arrivata sul traguardo leggera come una piuma dopo 4h11'56". Quando ha visto lo striscione d'arrivo quasi non credeva fosse finita.
«Dopo dodici maratone questa del Sahara è stata la più facile», racconta Erika. «Non ho affatto sentito la stanchezza, mi sono detta: peccato sia finita, tanto erano belli quei panorami. Era da tempo che volevo coniugare la mia passione per la corsa con un gesto di solidarietà come quello di sostenere con la partecipazione alla maratona la causa del popolo Sarahawi».
La manifestazione ha visto quest'anno al via 120 maratoneti di diverse nazioni. Una cinquantina gli italiani. In totale tra i percorsi della maratona, della mezza e dei 10 e 5 chilometri il numero dei partecipanti ha raggiunto quota 500. Alle spalle della Buoso, che corre con i colori del gruppo Liberi Podisti Anguillara Veneta, ma fa parte anche del team Libere di correre, si è piazzata la svedese Amanda Mannerwik. Terza e sesta altre due padovane: Giovanna Sansoni ed Elena Favero.
«Mi sono avvicinata alle gare di lunga distanza una decina d'anni fa dopo un passato da velocista», racconta Erika. «Questa esperienza nel deserto, la prima della mia carriera, mi ha insegnato tante cose. Innanzitutto abbiamo potuto constatare con i nostri occhi la situazione in cui vive il popolo Sarahawi, confinato in un angolo del deserto nella totale povertà e indifferenza dei governanti. Passando da quei campi profughi dove l'acqua è razionata mi sono venute in mente tutte le volte che noi la sprechiamo inutilmente. Sono stata colpita dalla semplicità di questa gente che pur non avendo niente ti offre quel poco che ha con il sorriso sulle labbra. Oltre al successo, che fa sempre piacere, quell'esperienza nel deserto mi ha regalato emozioni indescrivibili che le normali maratone in giro per il mondo, anche le più blasonate, non ti danno».
Per gridare al mondo il loro stato di profughi separati dalla loro terra da un muro, i Sarahawi organizzano con l'aiuto degli italiani ogni anno questa maratona. In prima fila da sempre c'è Rubens Noviello che oltre a promozionare la Sahara Marathon si impegna tutto l'anno con iniziative benefiche in favore di quel popolo. In estate il gruppo capitanato da Noviello ospita per una settimana alcuni bambini che abitano in quella zona del Sahara dove manca tutto. Tranne lo spirito di accoglienza.
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