Francesco Toldo: «Padova in A per restarci»
L'ex portiere oggi dirigente dell'Inter: «Ho diecimila bimbi da seguire...»

IL PREMIO. Paola Toffano con Francesco Toldo al centro Porsche
PADOVA.
«Il Padova deve ritornare in serie A, magari già quest'anno, ma con l'idea di avere le spalle larghe, per restarci, non per fare la figura della comparsa. Il modello da imitare è il Chievo, che nella massima serie c'è da tempo, non da ieri». Detto da un padovano «doc», uno che ha vinto tutto quello che si poteva vincere nel calcio, è un consiglio da prendere per oro colato. Perchè Francesco Toldo, 39 anni e mezzo, portiere dell'Inter sino ad un anno fa (ma anche di Fiorentina e Ravenna), ha accumulato tale e tanta esperienza da essere considerato di diritto un «saggio» da ascoltare con grande attenzione. Insignito ieri sera con «Un fiore all'occhiello», il premio creato da Paola Toffano per celebrare le «eccellenze» della nostra città arrivato alla quarta edizione, l'ex ragazzo di Caselle di Selvazzano, che a 16 anni spiccava il volo verso i grandi club ingaggiato dal Milan, ha avuto parole di elogio per la squadra di Dal Canto, in corsa per i playoff. «La convinzione è un'arma fondamentale in situazioni del genere - ha osservato - Bisogna credere nei propri mezzi e volere ad ogni costo un risultato positivo: Livorno e Torino sono avversari tosti, ma l'entusiasmo e la volontà che hanno i biancoscudati possono risultare decisivi». Quanto al Cittadella, «se si salverà, come credo, avrà raggiunto un risultato eccezionale: terzo campionato di fila in B, con la certezza di disputarne un quarto. Scusate se è poco». Toldo è entrato di diritto fra i «grandi» dello sport più amato, e se gli chiedi quale sia la cosa che lo gratifica maggiormente, non ha dubbi nel rispondere: «I successi contano, per carità, ma sento di essere stato un esempio per i ragazzini che vogliono fare calcio». Talmente d'esempio che oggi il suo ruolo di ambasciatore nerazzurro nel mondo è testimoniato dal successo registrato da «Inter Campus», la straordinaria idea per il sociale della famiglia Moratti. «Diecimila bambini coinvolti in 22 progetti nel mondo ci rendono orgogliosi di quanto è stato fatto - sottolinea Francesco - Non avete idea quanto poco basti per trasmettere a questi piccoli, che non hanno nulla, un po' di felicità. Una maglietta regalata e il loro sorriso ti conquista». E il futuro che cosa riserva? «Vivo alla giornata, mi gusto ciò che mi passa davanti quotidianamente. Lascio aperte tutte le porte, anche quella di allenatore. Se ci sarà spazio per altri impegni o ruoli, valuterò e deciderò di conseguenza». Stefano Edel
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