Fuga di notte dall’Iran Stramaccioni torna a casa Teheran scende in piazza

L'allenatore Andrea Stramaccioni arriva all'aeroporto Fiumicino di Roma, 9 dicembre 2019. ANSA/TELENEWS
L'allenatore Andrea Stramaccioni arriva all'aeroporto Fiumicino di Roma, 9 dicembre 2019. ANSA/TELENEWS

Fuga di mezzanotte dall’Iran. Su un aereo privato diretto a Istanbul. Con l’aiuto dell’ambasciata italiana. Andrea Stramaccioni ha lasciato Teheran di nascosto, neanche fosse un prigioniero politico.

L’ex tecnico di Inter e udinese, fino a ieri sulla panchina dell’Esteghlal, squadra in testa al campionato iraniano, ha atteso che la Fifa gli desse ragione e ha annunciato la risoluzione unilaterale del contratto per giusta causa: la società non lo paga da mesi. L’annuncio, prudenzialmente diffuso da Stramaccioni dopo avere rimesso piede in Europa, ha scatenato l’ira dei tifosi, che sono scesi in piazza e hanno fatto irruzione nella sede della squadra. Così, dopo le proteste per il caro benzina, il governo di Teheran si è trovato a dover gestire un’altra crisi politica, meno grave ma comunque rumorosa e difficile da gestire. L’Esteghlal, che oltre al primo posto nella Persian Gulf Cup ha raggiunto i quarti di finale della coppa d’Iran, è di proprietà dello Stato. Centinaia di fan inferociti si sono radunati attorno al palazzo del ministro dello Sport, Masoud Soltanifar, accusato di essere tifoso della squadra rivale. Soltanifar ha chiesto al vice ministro degli Esteri, Abbas Araqchi, di parlare con l’ambasciatore italiano per favorire il ritorno in panchina di Stramaccioni.

Da mesi senza stipendio

Le prime avvisaglie che il rapporto con la dirigenza non sarebbe stato facile, il tecnico romano le aveva avute a fine agosto, quando la società licenziò gli interpreti, rendendo impossibile la comunicazione tra tecnico e giocatori.

Poi il divieto di espatriare: in settembre durante la pausa per le Nazionali, a Stramaccioni è stato impedito di tornare a casa per il mancato rinnovo del visto. Infine, il mancato versamento dello stipendio, giustificato con la difficoltà di fare versamenti all’estero per un Paese sotto embargo.

«Sono molto amareggiato, nessuno voleva che finisse così», dice Stramaccioni al rientro a Roma, dove ha riabbracciato la famiglia che era già riuscita a rientrare in Italia. «L’affetto della gente di Teheran mi rimane sul cuore: trattandosi di una società statale, probabilmente la situazione è diventata anche politica». Stramaccioni cerca di placare gli animi: «Se la situazione si sanasse dal punto di vista legale, sarei pronto a tornare». Magari tra qualche anno. —

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova