«Gay in nazionale? Sono problemi loro»

L’attaccante esterna, poi corregge: no a sentimenti omofobi
Di Valentino Beccari ; Di Valentino Beccari
Italy's Antonio Cassano looks on as teammates Mario Balotelli and Antonio Di Natale smile, during team's training sessionin Krakow , Poland, 12 June 2012. ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI
Italy's Antonio Cassano looks on as teammates Mario Balotelli and Antonio Di Natale smile, during team's training sessionin Krakow , Poland, 12 June 2012. ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

Sono entrambi pugliesi: Antonio Cassano da Bari Vecchia, Checco Zalone da Capurso, hinterland del capoluogo. Stesso dialetto e stesso umorismo, mirato quello dell’attore-regista, inconsapevole quello del calciatore.

Però quando Cassano viene interpellato sulla presenza di due giocatori gay nella squadra azzurra (lo ha rivelato Alessandro Cecchi Paone, il guru del coming out) , risponde nello stile Zalone in “Cado dalle nubi”: «Calciatori froci (ha detto proprio così) in nazionale? Sono problemi loro, ma mi auguro che non ce ne siano. Eppoi Cecchi Paone come fa a dirlo? Lui c’è stato? Prandelli mi aveva avvertito della domanda, comunque è meglio che non dica quello che penso, altrimenti....». Insomma non sostiene come Zalone nel film che «...i uomini sessuali possono volare via con la fantasia da questa loro atroce malattia», però se ne esce con una dichiarazione che ovviamente ha scatenato l’insurrezione delle associazioni gay e non solo e aperto il pubblico dibattito. Cecchi Paone ha affermato di aver avuto una relazione con un calciatore azzurro e ha indicato in Montolivo, Abate e Giovinco i tre “metrosexual”, ovvero eterosessuali che hanno una cura e un’ attenzione particolare nei riguardi del loro aspetto che è tipica dei gay.

Successivamente Cassano ha fatto marcia indietro, con una precisazione probabilmente sotto dettatura: «Mi dispiace sinceramente che le mie dichiarazioni abbiano acceso polemiche e proteste tra le associazioni gay: l’omofobia è un sentimento che non mi appartiene – si legge in una nota diramata dalla Federcalcio – non volevo offendere nessuno e non voglio assolutamente mettere in discussione la libertà personale delle persone».

Insomma, Antonio Cassano ha sempre fatto discutere sin da quando ancora acerbo diciassettenne con lo sguardo sveglio e la faccia brufolosa irrise Blanc e Panucci con un colpo di tacco e segnò il gol della vittoria del suo Bari sull’Inter.

È un fiume di parole il talentuoso attaccante del Milan che partecipa fuori concorso al festival delle banalità. Già, perché nel suo linguaggio un po’ fatto in casa si esprime senza mediazioni, lasciando nello spogliatoio quel “politichese” che vede i calciatori snocciolare ovvietà a raffica. Eppoi la mimica, degna del palco di Zelig, con le battutine in barese stretto rivolte ad Antonello Valentini direttore generale della Figc.

Ma prima che alla Croazia il pensiero è rivolto al suo Milan che ha praticamente venduto Thiago Silva al Paris Saint Germain.

«È un delitto cedere un campione come Thiago che vale mezza squadra – afferma con una faccia seccata che non piacerà certo ad Adriano Galliani – a questo punto bisogna rivedere gli obiettivi, perché senza il più forte difensore del mondo non possiamo competere per scudetto o Champions».

Zlatan Ibrahimovic sarà arrabbiato?

«Non lo sento da un mese, ma se è arrabbiato gli dò ragione. Onestamente anche io non so ancora cosa farò: adesso penso a disputare un grande Europeo e dopo vedrò se restare o meno al Milan».

E se arrivasse Balotelli?

«Già siamo in cinque attaccanti e se arrivasse Mario dovremmo giocare con il “5-3-5” come la squadra di Oronzo Canà».

Contro la Spagna Balotelli quella palla doveva passargliela.

«Mi ha detto che voleva passarmela e io gli ho replicato che con la stecca che si ritrova doveva tirare un missile da far venire giù lo stadio».

Antonio si fa serio solo quando ripercorre i momenti della sua malattia, la paura di dover mollare tutto.

«Mollare tutto? Pensavo di morire, me la sono fatta veramente addosso. Non sono credente ma sono stato graziato e quando vedi la morte in faccia tutto il resto diventa relativo».

Domani c’è la Croazia da battere. La ricetta per vincere?

«Attaccare, attaccare e attaccare come vuole il mister che da sempre predilige un gioco offensivo ».

Chiude con una frase da protocollo il frizzante Antonio. Ma è l’unica di una valanga di di dichiarazioni anche “borderline” che faranno discutere ben oltre i dilemmi tra difesa a tre o a quattro. “Che balle giornata”, direbbe il suo concittadino Checco Zalone.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:euro 2012

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova