Giocatori come pacchi-postali presi e ceduti per eludere le regole

ROMA. Romanista, ma solo per poche ore. Si chiama De Oliveira Anderson Rodney, meglio noto come Babù, l'ultimo acquisto-pacco confezionato dal calcio italiano per aggirare la norma che regola l'ingresso degli extracomunitari tesserabili. Al centro della manovra la Roma che per poter chiudere l'affare Gervinho aveva prima bisogno di liberare la seconda casella riservata ai giocatori sprovvisti di passaporto comunitario. E proprio grazie all'operazione col 32enne brasiliano svincolato dalla Paganese (che sarà ceduto nelle prossime ore all'estero) il club di Trigoria potrà adesso perfezionare l'acquisto dell'ex Arsenal. La normativa sugli extracomunitario d'altronde è semplice: se un club di serie A ne cede uno all'estero, può sostituirlo con un altro dello stesso status, per un massimo di due nuovi ingressi per stagione. Il diktat della legge Bossi-Fini, che disciplina i flussi, è chiaro: per ogni extraUe che entra in Italia ne deve uscire uno, mentre dentro le frontiere si possono muovere senza vincoli. Ecco quindi che la Roma per tesserare Maicon e Gervinho è andata a pescare nelle serie minori l'ivoriano Amara Konatè (già spedito in Spagna al Lleida Esportiu, formazione di Segunda Division B) e il brasiliano Babù, che nei prossimi giorni finirà all'estero chiudendo un'esperienza italiana decennale in cui ha vestito anche la maglia del Lecce in serie A con Zeman. L'escamotage, che non piace particolarmente all'Assocalciatori (tanto che vorrebbe ridiscutere la norma il prossimo anno in Consiglio federale), è stato messo in atto dalla Roma anche nel 2011 col senegalese Mendy e l'ivoriano Koffi, recapitati in Belgio per far spazio a Trigoria. Dove però si rifiuta l'etichetta dei “furbi del mercatino”. E non solo perché l'espediente non è esclusiva giallorossa. In effetti la Roma è in buona compagnia. Koffi ad esempio era già tornato utile al Napoli quando fu prelevato a gennaio 2011 dalla Sanremese, ma solo per sei mesi poiché una volta scaduto il contratto avrebbe liberato il posto per un nuovo straniero. Procedura ripetuta l'anno successivo con l'acquisto del marocchino Kabine dal Carpi nel mercato invernale, sempre con accordo fino a giugno. A fare da apripista, poi, era stata nel 2007 la Fiorentina con l'ingaggio per qualche ora del nigeriano Okoroji Henry. Ancor più fulmineo, nel 2012, il passaggio in viola dell'altro nigeriano Ibekwe, tesserato per appena 15 minuti prima di firmare per i romeni del Snagov. Un quarto d'ora di celebrità d'altronde non si nega a nessuno, nemmeno a chi sa già di essere solo di passaggio. Come un pacco alla dogana.
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