Hjulmand: «Eriksen ci guarderà indossando la sua maglia» Al 10’ gioco fermo e applausi
la storia
Una nazione in campo per il suo numero 10, seduto davanti alla tv in una camera d’ospedale ad appena 500 metri dallo stadio. Danimarca-Belgio, oggi pomeriggio al Parken Stadium di Copenaghen, riprende idealmente dal 43’ del primo tempo della partita dei biancorossi con la Finlandia. La Danimarca, sabato scorso, è tornata in campo solo con il corpo dopo aver visto Christian Eriksen inanimato per un periodo interminabile sul prato.
Oggi alle 18 Kjaer e compagni affronteranno il Belgio con un altro spirito perché sanno che il loro trascinatore sta meglio. E vorranno dedicare la vittoria al centrocampista interista che sta completando gli accertamenti al Rigshospitalet per capire la causa di quel terribile arresto cardiaco: gli esami proseguiranno anche oggi, poi i medici decideranno se il calciatore potrà tornare a casa.
Al 10’, il minuto del numero di maglia di Eriksen in Nazionale, i giocatori calceranno fuori il pallone e la partita si fermerà per tributare un lungo applauso al campione che ha tenuto il mondo col fiato sospeso. In quel momento i 16mila spettatori in tribuna saranno l’avamposto di milioni di appassionati di ogni angolo del pianeta che da sabato stanno inviando messaggi affettuosi a Eriksen. «L’ospedale è attaccato allo stadio, probabilmente Christian riuscirà a sentire tutto. Che situazione pazzesca. Guarderà la partita indossando la sua maglia della Danimarca», dice il ct Kasper Hjulmand.
«Non sappiamo come reagiremo tornando allo stadio. Nessuno di noi ha mai provato qualcosa di simile», spiega l’attaccante danese Yussuf Poulsen. L’ultimo ostacolo è proprio questo. Infatti Hjiulmand e i giocatori hanno deciso di saltare la rifinitura al Parken Stadium, abituale prima delle partite casalinghe. Hanno preferito allenarsi al centro federale di Helsingor (45 chilometri da Copenaghen) per rimandare il ritorno sul terreno dove hanno fatto scudo al loro compagno esanime, diventando squadra come mai nessuna Nazionale era stata prima. La Federazione, però, ha messo a disposizione dei giocatori un pullman per portare al Parken Stadium chi desiderava fare una breve visita utile ad attutire le emozioni di oggi. Uno dei tanti gesti di grande sensibilità della Federcalcio danese, dagli psicologi messi a disposizione della squadra in hotel fino ai consigli ai genitori per alleviare il trauma dei figli davanti alla tv sabato.
È il destino della Danimarca ritrovarsi sospinta dalla simpatia del mondo, come successo nell’incredibile avventura vincente degli Europei 1992, quando la «Danish Dynamite» di Brian Laudrup finì sul tetto del continente dopo essere stata ripescata al posto della Jugoslavia esclusa a causa della guerra nei Balcani. L’intreccio è reso ancora più toccante dalla presenza al centro dell’attacco del Belgio di Romelu Lukaku, grande amico di Eriksen: è stato Big Rom a suggerire al compagno nerazzurro di imparare l’italiano per ambientarsi più velocemente. «Mi sarebbe piaciuto andare a trovare Christian in ospedale, ma forse è meglio non disturbarlo e lasciarlo con la sua famiglia – dice il bomber del Belgio – ci siamo scambiati tanti messaggi in questi giorni». I Diavoli Rossi ritrovano De Bruyne che potrebbe giocare uno spezzone. In palio c’è una buona fetta della qualificazione agli ottavi. Ma Danimarca-Belgio vale molto di più. Sarà un ritorno alla vita lungo 90 minuti. —
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