Il Cus punta alla sua storia Aldo Aceto nuovo coach con l’oste “Lupo” Scanferla

Rugby serie B, sulla panchina raggiungono il confermato Matteralia «Giocare divertendosi senza l’ansia di errori e rilanciare la vita del club»  

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Simone Varroto / PADOVA

Un ritorno all’antico come rotta per il futuro. Il Cus Padova ha deciso di rinnovare lo staff tecnico della propria prima squadra che, da sette stagioni, affronta il campionato di Serie B, puntando su tre figure storiche del suo ambiente, in qualità di ex giocatori, tecnici e sostenitori. Insieme al confermato Michele “Pape” Matteralia, 49 anni, pilone dal passato illustre con Cus, Petrarca, Rubano e Nazionale A, la dirigenza guidata dal responsabile di sezione Silvio Decina ha puntato sull’entusiasmo e la qualità di Aldo Aceto, 56 anni, ex flanker e allenatore amaranto-oro, e sull’esperienza di Odone “Lupo” Scanferla, 65 anni, flanker e centro cussino purosangue che in carriera ha vinto uno scudetto con il Petrarca (1984-85) prima di tornare all’ovile e smettere gli scarpini a 42 anni, in A2, dopo varie promozioni. Ognuno rappresenta un pezzo di storia del club e per alcune stagioni, negli anni ’90, hanno giocato insieme. Ad assisterli, per la preparazione atletica, sarà un altro cussino doc come Fabio Scapin. «Siamo carichi. Vogliamo che il divertimento torni alla base del nostro gioco, che tutti i giocatori, al di là del proprio ruolo, sappiano giocare in sintonia e con le stesse competenze senza la paura dell’errore. Costruire un gioco fluido, dinamico, in cui la motivazione viene prima della tecnica o degli schemi. L’obiettivo è che questo stile, veloce e imprevedibile, diventi tipico del Cus. Per la gestione del gruppo invece crediamo in due principi: porte aperte a tutti e meritocrazia». Abruzzese di nascita, da studente è diventato un cussino di ferro, approdando poi in massima serie con Mirano prima di tornare nel club adottivo. All’ex gasometro ha già allenato, nei primi anni 2000, ma a colpire nel curriculum sono gli ultimi cinque anni, in cui ha lavorato per il Crv sullo sviluppo del rugby femminile. Con risultati lodati dal tecnico della Nazionale femminile Andrea Di Giandomenico. «Ho seguito la crescita tecnica delle Under 14 e Under 16 venete, riuscendo a far collaborare società diverse per un obiettivo comune. Non è stato facile convincere tutti ma i risultati sono stati ottimi». Laureato in scienze motorie, da alcuni anni lotta con un tumore al fegato e alle ossa. «Continuo a curarmi e a dispetto di quanto mi prospettavano i medici due anni fa vado avanti per la mia strada senza demordere». Odone Scanferla, per molti Lupo, è personaggio noto in città al di fuori del rugby, per il suo lavoro di oste. Dal 2000 gestisce l’enoteca da Severino, in via del Santo. «Per me è un ritorno alle origini», racconta, «C’è la volontà di rilanciare il club, andando oltre la dimensione del campo, con quello spirito sociale che al Cus è stato a lungo il motore dell’attività. Torno ad avere un ruolo attivo in società dopo 20 anni. Continuerò a lavorare in enoteca ma cambiando qualche turno di lavoro per gli allenamenti. È una bella scommessa che speriamo di vincere con tanto impegno e una buona dose di divertimento».

LA FIR RIDUCE GLI STRANIERI

Passo indietro dopo 20 anni della Fir sugli stranieri: viene ridotto il numero di giocatori di formazione non italiana presenti in lista gara, che dalla prossima stagione di Top 12 scenderanno da 4 ad un massimo di 3. ––

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