«Il futuro del triathlon passa per Padova»

LONDRA. Tutti pronti per l’esordio olimpico del padovano Alessandro Fabian. Il triatleta dei Carabinieri, 24 anni, allenato da uno staff che fa capo alla Padovanuoto Triathlon, solcherà Hyde Park domani alle 12.30 ora italiana (diretta trasmessa da Rai e Sky). Alla vigilia della partenza lui era galvanizzato e se la rideva da sotto ai baffi: «Vado a Londra per scrivere la storia», scherzava, giusto per schivare la domanda sugli obiettivi, perché a guardarsi attorno la concorrenza è feroce: gli avversari e il loro valore gli sono arcinoti, dato che da quattro anni li trova in tutte le start list del mondo. I più temibili? Dai fratelli Brownlee allo spagnolo Javier Gomez, alla squadra tedesca, senza dimenticare la “corazzata” russa, ce n’è per tutti i gusti.
«Rispetto ad altri triatleti» sottolinea però il ct della Nazionale di triathlon, Sergio Conti, « Alessandro ha nella caparbietà una marcia in più, insieme a una grande volontà di arrivare. Lui ci crede veramente in quello che sta facendo, e anche da un punto di vista caratteriale, è vincente: è un ragazzo che ascolta, e sa unire cuore, testa e determinazione».
Ci sarà insomma da godersi la gara nelle sue tre frazioni: il nuoto, in cui Fabian è particolarmente forte, la bicicletta e infine la corsa a piedi. Una disciplina che da pochi anni sta avendo un bel successo in Italia, ma che ha prospettive molto interessanti (sarà che essendo varia, non dà il tempo di annoiarsi e non richiede eccellenze in alcuno dei tre sport).
«Negli ultimi anni il triathlon in Italia ha avuto una grandissima evoluzione», conferma Contin. «Anche a livello agonistico assistiamo al miglioramento generale delle performances, con molte società, soprattutto padovane, che sfornano atleti sempre più competitivi: se Fabian avesse gareggiato nel 2000 a Sydney, con i tempi attuali, avrebbe vinto una medaglia olimpica. Il merito di questa crescita va senza dubbio dato al movimento di base: in dodici anni questo sport si è molto diffuso e la possibilità di attingere a un vivaio più numeroso e competitivo ha innalzato il livello agonistico degli atleti».
Quali i Paesi più forti?
«I Paesi che dovremmo prendere a modello sono la Gran Bretagna, la Spagna, la Germania, anche se noi non siamo più la cenerentola di questo sport».
Parliamo di Fabian, il nuoto è il suo punto forte.
«Una delle fortune di Alessandro Fabian è proprio il fatto di essere nato come nuotatore e di essere cresciuto bene anche nelle altre due discipline. Oggi, però, il triatleta deve nascere tale, non si può più riciclare: consiglio pertanto a chi inizia, di dedicarsi alle tre discipline contemporaneamente».
Quali allora le caratteristiche fisiche che rendono forte Fabian nonostante sia “nato”nuotatore e non triatleta?
«Fabian è fortissimo da un punto di vista metabolico e muscolare: è una massa di muscoli. Ed è molto forte nel nuoto, la prima frazione: io so già che lui uscirà tra i primi dall’acqua, questa circostanza aiuta molto a non avere già dello svantaggio da recuperare. La sua forza muscolare in acqua, unita a un grande senso dell’orientamento che non gli fa perdere metri preziosi, bensì lo agevolano moltissimo. Poi naturalmente bisogna andare forte anche in bicicletta perché se si accumula troppo distacco poi è difficile recuperare».
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