Il Petrarca rugby finisce con l’allenarsi in acqua

Touche provate nella piscina di Forum. Il ruolo di Cristina Carraro e Vittorio Papa nello staff societario
NATOLI PETRARCA RUGBY AL FORUM PADOVA
NATOLI PETRARCA RUGBY AL FORUM PADOVA

PADOVA. È tempo di sudore e al Petrarca rugby hanno deciso di farlo in piscina. Una particolare seduta di allenamento è andata di scena ieri mattina nella piscina della palestra Forum di via Savelli dove la squadra di allenata in particolare nelle touche. Una fatica in più se consideriamo il particolare di dover saltare in acqua. Intanto nello staff del Petrarca ci sono due figure innovative che fanno parte a tutti gli effetti del gruppo di lavoro dei bianconeri. Si tratta di un Mental Trainer e di uno specialista nel recupero dei giocatori infortunati. Cristina Carraro, dopo la laurea, ha ottenuto un master in Psicologia dello Sport applicata alle discipline di contatto, specie il rugby. La sua è una figura innovativa, che il Petrarca ha inserito tra i primi in Italia: «Il rapporto allenatori-atleti è fondamentale, ma soprattutto che i giocatori conoscano se stessi fino in fondo. Ho sempre assistito alle partite del Petrarca con passione e curiosità. Ora, dall'interno, punto attraverso colloqui singoli e di gruppo a migliorare la concentrazione, le motivazioni, le capacità mentali. Nel rugby spesso questo è un aspetto trascurato, si pensa che tutto dipenda dalla forza fisica, dal contatto. Il mental trainer deve sviluppare l'autostima per raggiungere con maggiore facilità gli obiettivi».

Obiettivi che non hanno limiti, secondo Cristina: «Il mio motto è una frase del tecnico Julio Velasco. Non esistono obiettivi irraggiungibili, ma motivazioni deboli. Jonny Wilkinson, l'apertura inglese dal piede formidabile, ha raggiunto i suoi livelli pensando al pubblico. Sapendo che molti affollavano le tribune per assistere alle sue prodezze, e determinato a volerli far divertire».

Vittorio Papa, tecnico federale della Fipe, la Federazione Italiana Pesistica, al Petrarca si occupa del recupero degli atleti infortunati, tecnicamente della riatletizzazione post infortunio, una sorta di collegamento tra i compiti del fisioterapista e del medico, e quelli del preparatore atletico. Vittorio è stato tra i primi a Padova a occuparsi di body building, iniziando nel 1977 nella storica palestra New Olympia. «Uso la pesistica per mantenere attivo l'atleta, anche durante il periodo acuto dell'infortunio. Deve conservare la reattività, e dal punto di vista psicologico sentirsi sempre parte della squadra, del gruppo».

Federico Fusetti

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova