Il ruolo del procuratore sportivo aneddoti, verità e falsi miti

SELVAZZANO. Tanti aneddoti nella serata che il Panathlon Padova ha dedicato all’attività del procuratore sportivo, alla “Piroga” di Selvazzano. Protagonista Marco Petrin, veneziano trapiantato a Padova, agente Figc e Fifa, accompagnato da Gianni De Biasi, trevigiano doc, Ct della Nazionale albanese, e da Paolo Baron, capo servizio dello sport del Mattino. «Il caso più spinoso da gestire? Quello del brasiliano Eriberto, giocatore simbolo del Chievo che all’improvviso sparì, senza lasciare tracce. Si scoprì che era arrivato in Italia sotto falsa identità, assumendo quella di un suo collega brasiliano che, dopo aver visto quanto era diventato famoso, aveva iniziato a ricattarlo. Il primo che ho gestito? Carlo Nervo, che dal Citta in serie D si ritrovò al Bologna». La serata ha sviscerato problematiche e falsi miti legati a una professione controversa che ha fatto (e continuerà a fare) la fortuna dei giocatori più talentuosi, ma soprattutto dei presidenti delle società e degli stessi procuratori.
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